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15 Marzo 2018 - 11:00
"Io l’interrogazione sulla questione relativa all’utilizzo della polivalente la farò, si stanno arrampicando sui vetri, quasi quasi potrei definirli degli spider-man”.
Non è ad un Peter Parker qualsiasi che la consigliera comunale Monica Camoletto si riferisce, criticando l’utilizzo dell’atrio scolastico per un evento politico, avvenuto lo scorso 27 febbraio. Sono sindaco e assessore comunale gli amministratori su cui punta il dito l’esponente di minoranza, che conferma l’interesse a portare la querelle nel prossimo consiglio comunale, previsto tra poco più di una settimana.
Camoletto, infatti, presenterà un’interrogazione ad hoc.
“Ho mandato mail al segretario comunale in cui ho chiesto i permessi, il certificato dell’avvenuto pagamento della sala polivalente e un eventuale rimborso, dato che la sala non è stata utilizzata dal segretario e dai candidati – spiega Camoletto -. Lo faccio semplicemente per capire come sono andate le cose”.
La decisione di spostare il dibattito politico nella scuola elementare, data la concomitanza con lo spettacolo dei bambini nella polivalente di via Trieste, già prenotata per la presentazione dei candidati PD alle politiche, non era andata giù alla consigliera di minoranza. La polemica è scoppiata sui social poche ore dopo la fatidica sera del 27 febbraio, con tanto di frecciatine, a voler essere buoni, tra la consigliera, l’assessore al Commercio e segretario del Partito Democratico Marco Sciretti. Un putiferio “social” a cui ha preso parte anche Davide Raso, consigliere M5S, che non presenterà a sua volta un’interrogazione nel prossimo consiglio comunale ma che, fa sapere, sarà su questo tema spettatore particolarmente interessato.
Una volta sbollentati gli animi, sono arrivati i chiarimenti del sindaco Emanuele De Zuanne, che con l’assessore Sciretti aveva prenotato la sala per martedì 27 febbraio.
“Il segretario del PD è Marco Sciretti, vorrei sapere se tra lui e la preside è intercorsa una questione cartacea, va dichiarato tutto, servono le carte, in questo senso il buonsenso non basta – conclude Camoletto -. Se le procedure vengono seguite in modo corretto bene, altrimenti è inutile urlare sui social che la sottoscritta parla a vanvera perché in questo modo parla qualcun altro, non io”.
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