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BRANDIZZO. Il paese piange la scomparsa del giornalista Piero Ostellino

BRANDIZZO. Il paese piange la scomparsa del giornalista Piero Ostellino

C’è commozione in paese per la scomparsa, ad 82 anni, dell’ex direttore del Corriere della Sera, Piero Ostellino. Un cognome, il suo, che tradisce quelle origini brandizzesi di cui lui non perdeva occasione di parlare, quando gli capitava di parlare con qualcuno del territorio.

Il padre, Luigi, era nato a Brandizzo in una delle famiglie più antiche del paese e a portarlo via da qui era stato il suo lavoro di dirigente della Fiat. Piero era nato il 9 ottobre  del 1935 a Venezia. 

Piero, per i suoi studi, aveva deciso di tornare a Torino dove si laureò in Scienze Politiche avendo come relatore e correlatore due maestri del calibro di Alessandro Passerin d’Entrèves e Norberto Bobbio. Tra il 1963 e il 1964, a Torino fondò dapprima il Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi e poi la rivista «Biblioteca della Libertà».

Approdato al Corriere nel 1967, Ostellino era diventato corrispondente da Mosca sei anni più tardi e nel 1979 si era trasferito a Pechino per raccontare la Cina di Mao.

A Brandizzo ci tornava sempre volentieri. Aveva ancora dei parenti, da parte materna, tra cui il regista e cameramen Tiziano Vuillermoz, figlio della zia di Piero, che tutt’ora abita in paese e con il quale aveva mantenuto i contatti.

In molti lo ricordano come ospite del Rotary Club di Chivasso, dove più di una volta è stato invitato a parlare del suo mestiere di inviato. Per il Corriere, dov’era stato annsunto nel 1967, aveva infatti lavorato anche come corrispondente da Mosca e Pechino, dedicando alle sue esperienze all’estero alcune fra le sue pubblicazioni (Vivere in Russia e Vivere in Cina, pubblicati rispettivamente nel 1977 e nel 1981).

Lo ricorda molto bene l’attuale vicesindaco Fulio Merlo: “Era un gran liberale. Lo incontravo spesso ed era sempre un piacere trascorrere del tempo con lui. Era molto amico di alti esponenti del Partito Liberale, come Renato Altissimo e Valerio Zanone, ma non aveva mai preso la tessera del Pli. Faceva parte della corrente torinese del partito: “Rinnovamento””.

In molti ricordano la volta in cui Piero Ostellino venne a parlare allo Sporting Club di Brandizzo.

Lo inviati a venire a raccontare la sua esperienza di inviato dalla Cina - racconta Fulio Merlo - e lui accettò immediatamente. Sentiva molto forti le sue origini brandizzesi e tornava sempre volentieri in paese. All’epoca Valerio Zanone era Ministro della Difesa , quindi poteva essere il 1986 o l’87 Sentir parlare di Cina in quesgli anni era davvero sorprendente. Di quel Paese non si sapeva quasi nulla e quella conferenza era stata davvero interessante”.

Piero Ostellino è stato direttore del Corriere della Sera dal 1984 al 1987. Ha lavorato in via Solferino, dal 1967 al gennaio del 2015, ricoprendo il ruolo di corrispondente da Mosca dal 1973 al 1978 e da Pechino dal 1979 al 1980, nonchè di inviato speciale, editorialista e titolare della rubrica settimanale “Il dubbio”. Convinto liberale e garantista, Ostellino fu chiamato alla direzione del Corriere al posto di Alberto Cavallari che aveva risollevato il quotidiano dopo lo scandalo della P2. Restò alla guida del giornale per tre anni, per cedere nel 1987 il timone a Ugo Stille. Sotto la sua direzione, comparve sulla prima pagina del Corriere il famoso articolo di Leonardo Sciascia sui “professionisti dell’antimafia”.

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