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14 Febbraio 2018 - 11:31
Marco Valsoano è il Péilacan 2018: è toccato a lui impersonare la maschera creata trent’anni fa da un gruppo di pontesi ispirandosi ad una figura caricaturale della tradizione locale. Ma non aveva rivestito questo ruolo già lo scorso anno? Esatto e lo farà anche in quelli a venire. E’ questa la novità, già nota in paese ma comunicata ufficialmente dall’amministrazione di Pont sabato 10 febbraio, durante la cerimonia di consegna delle chiavi del paese. Bisogna dire che non si sarebbe potuta fare una scelta migliore: nel 2017 Valsoano aveva interpretato il personaggio con tale impegno e convinzione da conferirgli uno spessore che prima non aveva.
Anche il nome della manifestazione è parzialmente cambiato: come ha spiegato l’assessore alle Manifestazioni Fabio Gallo, non c’è più “Il Carnevale del Péilacan” ma ”La Notte del Péilacan”. E’ un titolo (“La Notte di…”) che richiama quelli della fortunata manifestazione musicale estiva del “Cuncert d’la Rua”.
La presentazione di Péilacan e damigelle, spostata dal venerdì sera al tardo pomeriggio dal sabato, è stata quest’anno più lunga del consueto. I due assessori si sono infatti soffermati sulla vicenda del manifesto contro gli Alpini: (“Siamo vicini al gruppo degli Alpini, che hanno subito un attacco vergognoso” – ha detto Gallo) e sull’importanza delle associazioni, criticando coloro che le criticano ed elogiando coloro che “antepongono i fatti alle parole e che alla sterile polemica preferiscono l’impegno”. Un leit-motivo dell’amministrazione Coppo.
Il Péilacan
Il Péilacan Marco Valsoano ha 43 anni e – come ha sottolineato il vicesindaco e responsabile della Consulta Moreno Riva - è sempre presente a Pont e partecipa attivamente alle manifestazioni insieme alla sua inseparabile fisarmonica. Fisarmonica che sabato gli ha riservato un brutto tiro: al momento buono non voleva saperne di suonare. Poco male: ha cantato ugualmente. Accanto a lui ed ai due assessori, sul balcone del Municipio erano presenti le damigelle: Martina Gallo, 18 anni, operaia in uno stabilimento di Lusigliè, e Maria Roca, 20 anni, formalmente disoccupata ma di fatto impegnata a tempo pieno come volontaria della Croce Rossa.
Al termine della cerimonia, il Péilacan, le damigelle, le autorità, i rappresentanti dei Canteir e quelli dei Gruppi Storici provenienti dai paesi vicini hanno partecipato ad una cena allestita nella sala consiliare insieme ai coscritti del 2000. Ed anche stavolta sono stati i soci dei Canteir e quelli dei Gruppi Storici gli unici veri protagonisti della successiva sfilata dei carri, affiancati da un gruppetto di bambine e di ragazze vestiti in abiti contadini. Per il resto la sfilata si è trascinata stancamente, con i soliti carri dei coscritti che di carnevalesco non hanno nulla: né la fantasia né la scenografia né i costumi. I coscritti hanno una divisa – la felpa che celebra la loro annata – bevono molto ed ascoltano musica fracassona. Alcune ragazze non proprio filiformi sfoggiavano calzoncini cortissimi: una nuova moda? Chissà quanta birra sarà stata necessaria per consentire loro di sopravvivere nel gelo invernale!
La festa si è poi conclusa all’Oratorio parrocchiale con una serata danzante.
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