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14 Febbraio 2018 - 09:52
Ma guarda un po’: anche “Città del Bio” è arrivata a Casalborgone. Parliamo della Festa della Madonnina del 17 settembre scorso. Per organizzarla la Pro Loco ha ricevuto 1.000 euro dal Comune. In questa circostanza la Pro Loco non ha fatto tutto da sola: si è avvalsa della collaborazione dell’associazione “Città del Bio”.
Cos’è “Città del Bio”? E’ un’associazione di comuni e enti territoriali uniti nella promozione dell`agricoltura biologica. Comuni e enti territoriali: ma la direzione dell’associazione è composta da politici. Il presidente è il consigliere regionale Antonio Ferrentino del Partito Democratico. Nel 2016 è stato direttore Luigi Massa, ex sindaco di Montanaro, poi parlamentare del PD, poi City Manager a Napoli col sindaco Rosa Russo Iervolino, e poi ancora imprenditore nel grande business della TAV della Valle di Susa. Fa parte del consiglio nazionale Giorgio Ferrero, assessore regionale all’agricoltura nell’attuale giunta di Sergio Chiamparino.
A sostegno di Città del Bio è nata addirittura l’”Associazione parlamentare amici del bio”. Composta da una cinquantina fra deputati e senatori. Capeggiati da Silvia Fregolent, torinese, deputata del Partito Democratico, ora ricandidata in Piemonte. Con lei ci sono altri nomi noti del partito e dei suoi alleati, come il gassinese Enrico Buemi e il torinese Mauro Marino.
La prima domanda che ci facciamo è la seguente: politici molto ben pagati, come lo sono i consiglieri e assessori regionali e i membri del parlamento, non dovrebbero lavorare pancia a terra dalla mattina alla sera nei loro ruoli istituzionali? Li paghiamo per quello, non per creare associazioni per la promozione di questo o di quello.
La seconda. Città del Bio ha chiesto e ottenuto dalla Regione dei finanziamenti: circa un milione di euro di fondi europei (FCS - Fondo Sviluppo e Coesione), però gestiti e erogati dalla Regione. E’ opportuno che le medesime persone, come Ferrentino e Ferrero, entrambi in Regione, siano al tempo stesso gli erogatori e i percettori del finanziamento? Lo ha chiesto alla Giunta regionale, con una interrogazione del luglio 2017, la consigliera Francesca Frediani del Movimento 5 Stelle.
E così siamo alla terza domanda, anch’essa posta dalla consigliera Frediani. I dirigenti di Città del Bio hanno le competenze per occuparsi della promozione del biologico? Osserva Frediani: “Cosa è stato fatto con questi fondi? A quanto ne sappiamo nulla, e non risulterebbe nemmeno che l’Associazione disponga di personale proprio o competenze tecniche in grado di gestire un progetto del genere”.
Oltretutto – e siamo alla quarta – qualcuno controlla come vengono usati questi soldi? Risponde la Giunta regionale: il milione di euro di fondi europei sono bensì transitati in Regione, ma sono stati assegnati a Città del Bio dal commissario di due ex Comunità Montane della provincia di Alessandria (Terre del Giarolo e Appennino Aleramico Obertengo). Sono state le Comunità Montane a decidere, la Regione in prima battuta non ci mette il naso, nell’assegnazione non ha funzioni di controllo. Può però eseguire controlli a valle, di secondo livello. Frediani si è impegnata a chiedere informazioni al dirigente responsabile della Regione. Ci informeremo anche noi.
Quinta domanda: che ci fa Città del Bio a Casalborgone? Immaginiamo che stia svolgendo i propri compiti statutari: coinvolgere un altro Comune e farlo aderire all’associazione. Non sappiamo quanti sono i Comuni associati. Nel sito dell’associazione compaiono però i nomi dei sindaci piemontesi che fanno parte del consiglio nazionale: tra loro Roberto Montà di Grugliasco, Lorediana Devietti di Ciriè, ora candidata al parlamento, Alessandro Portinaro di Trino Vercellese, e Alfredo Cimarella di Buttigliera Alta, che è anche coordinatore regionale.
Infine, una curiosità: chi ha portato Città del Bio del consigliere regionale del PD Antonio Ferrentino a Casalborgone? Lasciamo ai casalborgonesi avanzare delle ipotesi.
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