Tutti gli ospiti della Cates scappano perché la retta è diventata troppo cara. Dalla casa di riposo, che qualche mese fa era stata oggetto di denuncia da parte di alcune Operatrici Socio Sanitaria per le sue disfunzionalità, è in atto in queste settimana un fuggi fuggi generale. Da trenta pazienti che erano oggi se ne contano soltanto 15. Ad esporsi questa volta sono i parenti degli utenti che in questi giorni si sono trovati un rincaro del 55% sulla retta mensile. “Siamo passati da pagare 1500 euro a 2300 - denuncia un lanzese, figlio di un pensionato - per cosa? Per una struttura che non è neanche convenzionata con l’Asl? È chiaro che di questo passo, la struttura, rischia di chiudere...”. Formalmente gli utenti della struttura dovrebbero essere autosufficienti. Ma spesso accade che una persona centra autosufficiente ma dopo qualche anno non lo è più. Peccato che la struttura non sia adeguata ad accogliere le persone non autosufficienti e questo, le Oss lo sanno bene. Inoltre pare che la retta sia aumentata indipendentemente dalla loro gravità e da altre parti questo non succede: si paga in proporzione alle esigenze del ricoverato. “Teoricamente è stata fatta una valutazione geriatrica - avverte il consigliere di minoranza Stefano Martini - ma ci saranno delle tabelle o uno schema sinottico da consultare? Noi vorremmo capire sulla base di quale criterio la Cates ha chieso un rincaro della retta mensile perché in questo modo si rischia di far andare via gli utenti e la struttura non può rimanere aperta senza pazienti”. L’alternativa per chi non può più permettersi la Cates è di arrivare fino a Viù dove c’è una struttura che chiede soltanto 37 euro giornalieri. Ma di certo per i lanzesi non è la soluzione più comoda. In paese ci si chiede se l’abbondano della Cates non sia in qualche modo voltuo. Non è che il Comune sta incominciando a puntare tutto sull’ex collegio salesiano, prossimo a diventare un RSA privata, dove proprio qualche settimana fa sono incominciati i lavori?
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