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CHIVASSO. Stranezze elettorali...dal "troppo grigio" al "troppo grosso"

CHIVASSO. Stranezze elettorali...dal "troppo grigio" al "troppo grosso"

Il manifesto di Matteo Doria in piazza Della Repubblica

C’è chi se lo dimentica e c’è chi lo scrive troppo grosso. Stranezze di questa campagna elettorale che ancora fatica a decollare, a Chivasso. Parliamo dei manifesti elettorali che in queste settimane hanno fatto la loro comparsa in città. Di due, in particolare. Agli antipodi. Uno, troppo sobrio. L’altro, al contrario, semplicemente “troppo”, per qualcuno. Nel primo caso ci riferiamo al manifesto del candidato sindaco Adriano Pasteris, esponente di punta del cartello “Unione Civica per Chivasso” che raggruppa il “Movimento Chivasso Domani”, “Chivasso Futura”, “Per Chivasso - Pasteris Sindaco” e “Generazione x Chivasso”. Pasteris ha deciso di darci un taglio. Pardon, di cambiare completamente manifesto. Il motivo? Semplice. Prima di tutto perché, omissis degli omissis, tra un simbolo e l’altro, s’è perso il nome del candidato sindaco. “Ce lo siamo dimenticati”, sorride, al telefono, il prof. Poi perché, ora che l’ha visto in giro per la città, Pasteris s’è convinto di una cosa. “Non mi piace - commenta -. C’è troppo grigio, meglio cambiare”. Et voilà, aspettiamo a breve di rivedere con quale veste grafica Pasteris si ripresenterà ai chivassesi. Senza dimenticare possibilmente il suo nome, sul manifesto... Altro giro, altro caso. Questa volta un po’ più pepato, se è vero com’è vero che s’è subito scatenata una disputa tra colleghi, ancora per poco, dei banchi dell’opposizione consiliare uscente. Alzi la mano chi non ha visto lo striscione di Matteo Doria affisso sul balcone della sede del candidato sindaco, in vicolo Tre Limoni, che s’affaccia direttamente su piazza della Repubblica e di fianco al Duomo? Praticamente, l’hanno visto tutti. “Doria Sindaco”. C’è scritto. Ed è effettivamente “grande come una casa”, visibile fin dal principio di via Po. Apperò. O, meglio, “però...” Qualcuno, direttamente interessato, ha infatti storto il naso. “E’ un manifesto che non mi piace per due motivi - inforca Gianfranco Scoppettone, consigliere di minoranza e candidato tra le fila delle liste che sostengono Adriano Pasteris -. E’ anomalo. Prima di tutto perché veicola un messaggio sbagliato: c’è scritto Doria Sindaco, ma oggi, 1° maggio 2017, Doria mica è il sindaco di Chivasso? Quello a onor del vero è ancora Ciuffreda. S’è attribuito un titolo senza ancora averne titolo - sospira, e prosegue -. In secondo luogo mi pare strano che si permetta l’affissione di un manifesto del genere, fuori dagli appositi spazi e con una simile dicitura, in periodo di par condicio. La par condicio inizia 45 giorni prima delle elezioni. Quindi, siamo in par condicio da giovedì scorso. Mi domando, anzi chiedo all’ufficio elettorale del Comune: è corretto lasciare esposto uno striscione del genere?”. “Certo che lo è - replica, e si schernisce, il candidato sindaco Matteo Doria, anche lui consigliere comunale uscente -. Noi non facciamo le cose illegalmente: ho contattato l’ufficio elettorale e conservo una mail con cui mi si comunica che il manifesto può rimanere esposto fino al 10 maggio. Chi ha sollevato questo caso, dimostra incompetenza e non conoscenza dei regolamenti. Noi non abbiamo mai agito senza chiedere prima un parere agli uffici competenti. Mi viene da sorridere, perché se mi attaccano su queste cose significa che non sanno veramente a cosa aggrapparsi”. Et voilà, un po’ di pepe è servito.
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