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CHIVASSO. Discarica, le incognite del post mortem

CHIVASSO. Discarica, le incognite del post mortem

Protesta contro la discarica a Chivasso

E fin qui abbiamo parlato solo della bonifica e non ancora delle spese di gestione della cosiddetta post mortem o post chiusura. Nelle quattro discariche di Regione Pozzo (Chivasso 0, 1, 2, 3) i conferimenti di rifiuti sono cessati o stanno per cessare. Se il progetto Wastend non le farà riaprire, presto tutte e quattro saranno chiuse. Ma i quattro milioni di metri cubi di rifiuti che esse contengono non “cessano l’attività”. Non chiudono bottega. Non muoiono all’istante. Continuano a “vivere” per decenni o per secoli, come ci hanno spiegato i tecnici di Città Metropolitana: per decenni potranno ancora rilasciare sostanze dannose nelle acque sotterranee, nel suolo e nell’aria. Per questo la normativa recente impone ai proprietari di continuare, anche dopo la chiusura delle discariche, a monitorare l’area e a intervenire se necessario. Impone loro di sostenere le spese del cosiddetto post chiusura. Ma i soldi ci sono? Gli stessi tecnici di Città Metropolitana ci hanno spiegato che due discariche, la Chivasso 1 e la Chivasso 2, furono autorizzate prima dell’entrata in vigore della normativa citata. Per entrambe si può solo sperare nelle fideiussioni della bonifica, che come abbiamo visto tardano a venire depositate. Nella Chivasso 3, la più recente, i conferimenti sono finiti due anni fa. SMC sta eseguendo il ripristino dell’area ma non ha ancora finito. Solo a lavori ultimati Città Metropolitana chiederà alla società di depositare la polizza assicurativa a garanzia della corretta e completa esecuzione delle attività di post chiusura. Il mese scorso Città Metropolitana ha emesso una diffida nei confronti di SMC proprio perché non ha ancora concluso i lavori di ripristino: i tempi si allungano e nel frattempo SMC è a rischio fallimento… Infine, la questione del post mortem della Chivasso 0, la discarica più vecchia, quella gestita da SETA, la società che raccoglie i rifiuti nei nostri Comuni. SETA avrebbe dovuto accantonare tre milioni di euro a garanzia dell’effettuazione delle attività di post chiusura. Non l’ha fatto, ma nel 2013 ha stipulato un accorto con SMC in base al quale quest’ultima si è assunta l’onere. E qui torniamo alla solita domanda: SMC è oggi in grado di far fronte alla spesa? Per fare chiarezza su tutto quanto Marco Marocco ha depositato un’interrogazione. Il consigliere del Movimento 5 Stelle chiede all’amministrazione di Libero Ciuffreda di conoscere “nel dettaglio, per ciascuna discarica, quali somme i titolari delle autorizzazioni abbiano accantonato, o depositato, o in qualsiasi altro modo messo a disposizione delle pubbliche autorità, a garanzia della corretta esecuzione di tutte le attività di controllo, manutenzione, intervento di bonifica o altro, successive alla cessazione dei conferimenti e dell’attività di discarica”. Per quanto riguarda in particolare la polizza assicurativa che la Regione continua ad attendere, Marocco dichiara: “A tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, il Comune di Chivasso non dovrebbe attendere oltre e dovrebbe segnalare a tutte le autorità competenti il ritardo nel deposito della polizza”.
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