Lo scorso 24 marzo l’Agenzia del Demanio ha emesso un avviso d’asta per la vendita di tre lotti nelle Province di Torino e Alessandria. Uno di questi si trova a Venaria e precisamente in Via Mensa/Piazza Annunziata: l’Ex Infermeria Quadrupedi già Palazzo Principi di Carignano. Il bene, così come altri immobili di valore, è stato inserito dallo Stato nel progetto “Valore Paese – DIMORE”, un progetto “… orientato al rafforzamento dell’offerta culturale e della competitività del Paese, attraverso la leva del turismo sostenibile, secondo una strategia di valorizzazione del patrimonio storico italiano mirata al rafforzamento dell’integrazione tra i settori del turismo, dell’arte e della cultura, dello sviluppo economico e della coesione territoriale”. Il prezzo di base della vendita è pari a 1.200.000 euro, l’asta chiude il 7 giugno prossimo. Come si legge nell'avviso, il Comune è stato interpellato per esercitare la prelazione ma l’Amministrazione, evidentemente, ha declinato l’invito. Questo è quello che abbiamo dedotto leggendo l’avviso, perché nessuno degli assessori, né tantomeno il sindaco si è preoccupato di convocare una commissione consiliare o una conferenza dei capigruppo per portare a conoscenza della comunicazione ricevuta dall’Agenzia del Demanio. Eppure, il tema è tutt’altro che secondario, l’Ex Infermeria Quadrupedi, come gli altri beni demaniali che insistono nel centro storico (Ex Cavallerizza e Corte Pagliere, Ex Caserma Gamerra), erano già stati inseriti nell’Accordo quadro per il recupero della Reggia e del Borgo Castello del 1999 (il famoso unicum della Venaria). Poi finita la Reggia, finirono i soldi, e i “nostri” beni rimasero contenitori vuoti, con la beffa che non essendo nella disponibilità del Comune, in quanto proprietà demaniale, non potevano essere valorizzati. Sono passati 10 anni dall'apertura della Reggia e su questi temi, nell'ultima consigliatura, si è provato a lavorare, non senza difficoltà tra l’impossibilità di agire in proprio, la burocrazia ministeriale e, non ultimo, la mancanza di un disegno complessivo di sviluppo urbano. Proprio su questo sono andati i maggiori sforzi, cioè nel tentativo di far comprendere che un rilancio della via mensa e di tutto il Borgo (e forse della città) non può che portare un beneficio alla Reggia (in balia, molto spesso, nel proprio operato di una visione “Reggiacentrica”), in un rapporto di reciproca virtuosità; e questo rilancio non può che passare dal recupero e dalla riapertura di questi enormi contenitori vuoti che incidono pesantemente per le loro dimensioni e per la loro strategica localizzazione ma, nel contempo, offrono molteplici soluzioni in termini di destinazioni finali; soprattutto se vengono associati, all'interno di un disegno complessivo, con altri beni comunali che insistono nel centro storico: l’Esedra, l’Ex cinema Dante e Piazza don Alberione, senza contare che allargando il raggio d’azione di un centinaio di metri, vi sono altri beni da “mettere in gioco”, dall'ex caserma dei Carabinieri al corpo centrale dell’Area Beleno. Ecco perché l’acquisto dell’ex l’Ex Infermeria Quadrupedi metterebbe il Comune nelle condizioni di avere la proprietà di tutti i beni presenti sulla via Mensa, con la possibilità di lanciare un progetto di sviluppo locale, con spazi e metrature imponenti ed importanti. Il tema è complesso e nessuno ha in tasca soluzioni di facile attuazione. Ma proprio per questo, prima di rinunciare all’opzione, almeno una discussione nelle sedi istituzionali, e magari anche nella città, non sarebbe stata fuori luogo. Al contrario, nelle ultime settimane, la maggioranza consiliare era impegnata ad impartire lezioni sul significato del termine “partecipazione”, sdoganato dall’approvazione Regolamento per il bilancio partecipativo, trasmesso via web in maniera virale, unica e sola modalità possibile per essere a favore dei cittadini, secondo il pensiero unico pentastellato venariese (prima vigeva una situazione prossima alla dittatura). Il panorama è arricchito anche da assessori e aspiranti tali che ci spiegano cosa è cultura e cosa non lo è; esperti di tutto e buoni per tutti gli schieramenti politici… basta che ci sia posto. La sensazione, amministratori grillini e aspiranti tali, è che non sapete neanche di cosa state parlando.
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