Cerca

CIRIÈ. L'odissea dei disabili tra barriere e indifferenza

CIRIÈ. L'odissea dei disabili tra barriere e indifferenza

Giancarlo Ferrari, vice presidente Volare Alto

Rocca, sabato mattina, ore 11.15.

Giancarlo Ferrari, 68 anni, vice presidente dell’associazione Volare Alto, ci accoglie nella sua casa. È un disabile affetto da una patologia, la tetraparesi spastica, che lo invalida completamente costringendolo alla carrozzina. In un’altra stanza c’è la moglie con cui è sposato da 38 anni, Marisa Bettassa, presidente del sodalizio, anche lei con gravi disabilità. Con noi c’è anche Federico Ferrara, amico di Ferrari nonché consigliere comunale di Ciriè del Pd. Aiutiamo Giancarlo a salire sul pulmino, grazie all’attrezzatura apposita, e dopo una difficile manovra tra le strette vie di Rocca partiamo per Ciriè. Vogliamo capire quali sono le criticità che un disabile incontra quotidianamente, guardare il mondo con occhi diversi, da un altro punto di vista, perché c’è sempre qualcosa che ci sfugge. E così tocchiamo con mano i disagi che i portatori di handicap affrontano ogni giorno, cercando di buttare il cuore oltre all’ostacolo. Capiamo che, nel silenzio, vivono una vera e propria odissea…

Per strada, tra Rocca e Nole. Sobbalziamo sui sedili mentre percorriamo una provinciale a groviera. È in queste condizioni da anni e nessuno ci mette mano. Mancano le risorse, come sempre, e ci vanno di mezzo le persone. Sul pulmino ogni buca si sente dieci volte tanto che su una macchina normale e qui di buche ce ne sono un’infinità. Siamo forse sul Grand Canyon e su questo pulmino pare ci sia il terremoto. “Le montagne russe” scherza Ferrara rivolgendosi a Giancarlo.

Arriviamo a Ciriè e parcheggiamo vicino Palazzo D’Oria. Nei pressi di piazza Loreto Giancarlo Ferrari incontra le prime difficolta. Sul marciapiede che conduce all’incrocio con via Vittorio una buca sbarra la strada. Pochi metri dopo, all’angolo, una bicicletta appoggiata da qualcuno occupa troppo spazio per far passare la carrozzina. L’avranno lasciata lì senza pensarci, eppure per Giancarlo si tratta di un ostacolo da superare e tocca a noi aiutarlo.

Pochi passi dopo entriamo nella via centrale di Ciriè, via Vittorio. Qui ce n’è per tutti i gusti, Giancarlo si ferma ogni due metri per segnalare qualcosa che non va. Saltano all’occhio, prima di tutto, gli scalini per accedere ai negozi. Certo, il pubblico ci può fare poco, sta ai privati. “La legge - sottolinea - dice che bisogna ristrutturare gli edifici vecchi, ma i privati non lo fanno e i controlli non ci sono”. Così per Giancarlo girovagare per via Vittorio è come stare in trincea. “È un disastro - dice sconsolato - posso entrare solo nel 3% dei negozi”. In alcune vie parallele i marciapiedi sono così stretti che la carrozzina non ci sta e ai disabili tocca occupare la strada sperando che non arrivino macchine. La pavimentazione sotto i portici è quel che è, Giancarlo sobbalza qua e là tra un dislivello e un altro. Agli attraversamenti pedonali è il colmo, qui dove dovrebbero esserci discese percorribili troviamo invece altri scalini. Una barriera in più per Giancarlo e per chi come lui vive i disagi della disabilità.

Manca anche la segnaletica adeguata - si ferma -. E, cosa veramente grave, un bagno accessibile nel centro storico, dobbiamo fare chilometri e chilometri per trovarne uno”.

In piazza Castello. Buona parte dei negozi sono inaccessibili, come in via Vittorio. Con Giancarlo percorriamo un marciapiede ma alla fine, dopo aver svoltato l’angolo, non troviamo una discesa utilizzabile, ma solo un altro scalino. “O torno indietro o mi butto giù - sottolinea -. Molte volte succede di prendere il marciapiede, arrivare alla fine e dover tornare indietro. Servirebbe almeno una segnaletica adatta, se non fosse possibile realizzare la discesa”. Giancarlo fa una sorta di manovra con la carrozzina e torna indietro. “Devo stare attento - prosegue - a non cascare”.

Via Sismonda. I marciapiedi sono stretti e i disabili non possono salirci. Anche qui stanno in mezzo alla strada. Per entrare nei negozi i soliti scalini.

Via Garibaldi. Altre attività con scalini. Per la strada troviamo alcuni patronati che trattano anche di invalidità, eppure all’ingresso c’è uno scalino: il paradosso.

Bisogna far solamente rispettare la legge” scuote la testa.

Corso Martiri della Libertà. Sembra tutto nella norma, finché non arriviamo nei pressi della stazione. A fine marciapiede l’ennesimo scalino. Giancarlo per andare in stazione deve passare in mezzo alla strada, all’incrocio. “Se arriva una macchina e fa una curva velocemente mi prende”.

Entriamo in stazione, ma non c’è bisogno di aspettare un treno per capire la situazione. “Per viaggiare dobbiamo telefonare 24 ore prima all’ufficio e comunicare il percorso che dobbiamo fare - dice -. La compagnia mette a disposizione un servizio di facchini che ci caricano sul treno, ma non tutte le stazioni hanno questa disponibilità. Qui a Ciriè, ad esempio, il treno non lo posso prendere, devo andare per forza a Torino”. Il trasporto pubblico è carente anche per quanto riguarda i pullman. “Alcuni hanno le pedane, altri no”.

È l’una. Abbiamo fatto poche centinaia di metri ma tanto basta per capire. Capire che la vita di un disabile non è semplice, anzi è più complicata di quel che possiamo immaginare.

Torniamo a Rocca. Sul pulmino tiriamo le somme. “Negli anni la situazione per i disabili è certamente migliorata - conclude Giancarlo - ma si deve fare molto di più. A Ciriè abbiamo incontrato alcuni punti veramente critici, diverse volte la via era sbarrata e ho dovuto tornare indietro per fare un percorso alternativo. Il Comune dovrebbe essere molto più attento all’eliminazione delle barriere architettoniche e a non crearne di nuove. E, per quanto riguarda le strutture private, dovrebbe avere una voce molto più perentoria per far rispettare la legge”.

Per noi, che siamo stati due ore con Giancarlo, l’odissea è finita. Per lui andrà avanti ogni giorno.

manuel.giacometto@gmail.com

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori