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CHIVASSO. Crack Vasas: è vicina la chiusura delle indagini

CHIVASSO. Crack Vasas: è vicina la chiusura delle indagini

La Vasas di Chivasso (foto d'archivio)

Andrea Bucci

Crack Vasas. A giorni è prevista la notifica alle parti del provvedimento di chiusura indagini coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Drammis della Procura di Ivrea.

L’inchiesta riguarda ex amministratori della storica concessionaria d’auto di Corso Galileo Ferraris 16. Tra questi Alessandro Paviotti, 51 anni, residente a Novara che della Vasas spa è stato l’amministratore delegato in carica dal settembre 2013. Da settembre 2016 Alessandro Paviotti si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione novarese. Un provvedimento emesso dalla Cassazione dopo che il pubblico ministero Giuseppe Drammis aveva impugnato il provvedimento del giudice eporediese Alessandro Scialabba che aveva respinto la richiesta di misura cautelare.

Difeso dall’avvocato Umberto Caldarera del foro di Novara, Alessandro Paviotti è accusato di bancarotta patrimoniale. “Attendiamo la chiusura indagini - dichiara il legale -. Per prima cosa chiederemo la revoca della misura emessa a settembre nei confronti di Paviotti. Il Pm parla di reiterazione del reato. Mi domando cosa possa reiterare il mio assistito visto che il provvedimento è stato applicato a distanza di tre anni dai fatti contestati e, per giunta, Alessandro Paviotti non amministra più alcuna società”.

Il fallimento dell’azienda segue, a distanza di un paio di mesi, l’inchiesta della Guardia di Finanza per “bancarotta fraudolenta” ed “emissione di fatture per operazioni inesistenti” che vedeva coinvolti appunto l’ex amministratore delegato Alessandro Paviotti, Aldo Costi, 47 anni, di Retorbido, nel pavese, Claudio Cabella, 56 anni, di Alessandria (attualmente detenuto in carcere), Franco Emanuel, 49 anni, di Torino e Annamaria Verzella, 44 anni, di frazione Casabianca di Verolengo, tutti coinvolti a titolo di indagati.

LE INDAGINI

Le indagini erano state avviate dal Nucleo Polizia Tributaria Torino nel 2014 con una trentina di perquisizioni tra Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia, e avevano preso le mosse dal dissesto della concessionaria di Chivasso manifestatosi ad inizio del 2013. La situazione si era ulteriormente aggravata verso la fine dell’anno, periodo in cui è avvenuta la cessione del 92 per cento delle azioni ad un prezzo pari all’1 per cento del valore nominale, ammontante a 1 milione di euro comportando la perdita del posto di lavoro per gli oltre 30 dipendenti. Gli accertamenti condotti hanno poi portato alla luce un’opera di spoliazione dalla Vasas per oltre due milioni di euro, attuata anche facendo ricorso all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. A seguito delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle, la Procura della Repubblica di Ivrea aveva chiesto e ottenuto, in data 22 ottobre 2014, dal Tribunale eporediese la dichiarazione di fallimento per la Vasas S.p.A., alla luce di uno stato di insolvenza stimato in oltre 5 milioni di euro.

A presentare istanza di fallimento in Procura erano stati i creditori Davide Cappone e Mariella Viasco e le società Milano Rottami srl e la Paviotti Re spa, quest’ultima proprietaria degli immobili della Vasas spa, tra cui lo show room di Chivasso. All’elenco dei creditori s’aggiungono anche sette ex dipendenti della società, che vantano crediti per un totale di 80,562 euro. A seguito del fallimento la Procura di Ivrea aveva disposto il sequestro di 195 autovetture in possesso di alcune società che sarebbero state create ad hoc per il piano di “spoliazione” della Vasas oltre alle fatture ed a i registri contabili della Vasas stessa. Secondo gli inquirenti i cinque indagati avrebbero distratto almeno tre milioni di euro, incassando tutto quello che potevano, non pagando i fornitori e lasciando a casa i dipendenti, che sarebbero rimasti senza alcuni stipendi e senza il trattamento di fine rapporto. Ad insospettire i finanzieri erano state alcune operazioni societarie ritenute “poco chiare” sfociate in un rapido declino della concessionaria, che in breve tempo aveva svuotato il suo salone espositivo chivassese.

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