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CHIVASSO. Discarica: come si distrugge un’azienda agricola

CHIVASSO. Discarica: come si distrugge un’azienda agricola

La discarica di Chivasso

"Le discariche distruggono la mia azienda agricola”. Così possiamo sintetizzare la lettera che un agricoltore ha scritto alla Città Metropolitana, al Comune di Chivasso, all’ASL, all’ARPA, e alla società SMC proprietaria delle discariche. La sua azienda, i suoi campi, la sua abitazione, i suoi animali si trovano a pochi metri dalle “colline” di rifiuti. La lettera è una delle tante “osservazioni” al progetto Wastend, ora in esame in Città Metropolitana, e che comprende un ampliamento pari a 850.000 metri cubi netti di rifiuti. Le potete leggere sul sito dell’ente provinciale: osservazioni inviate da associazioni ambientaliste, dal Comune di Montanaro ma non da quello di Chivasso, da aziende e cittadini.

L’azienda coltiva cereali e alleva bovini di razza pregiata in terreni colpiti nel 2012 e nel 2016 dalle ordinanze di divieto di uso idropotabile delle acque sotterranee contaminate da manganese, ammoniaca e nichel, e nell’ottobre 2014, dopo l’incendio del capannone dei pneumatici, dall’avviso con prescrizioni alimentari per uomini e animali. Ecco perché l’agricoltore chiede all’ASL di chiarire se può continuare ad alimentare i bovini con foraggio proveniente dai terreni sottoposti alle ordinanze. Lo chiede elencando i fattori di rischio: “gli inquinanti nella falda acquifera, la presenza di ingenti stormi di gabbiani che si cibano nella discarica e rilasciano proporzionali quantità di guano, materiali leggeri di rifiuto che vanno a depositarsi sui terreni confinanti, materiali volatili sprigionati in seguito al rogo del capannone per il trattamento dei pneumatici presente all’interno del complesso di discarica: le analisi svolte da ARPA Piemonte indicano che durante l’incendio, le ore ed i primi giorni successivi, la direzione dei venti ha portato al deposito di tali materiali al di sopra dei terreni agricoli di mia proprietà”. L’agricoltore ritiene possibile e probabile che questi elementi siano la causa dell’aumento di aborti spontanei e dei casi di infertilità dei suoi bovini, della diminuzione della produzione di ortaggi, della moria di piante di frutta e verdura. Tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016 cinque vitelli sono morti entro i primi cinque giorni di vita. 

Le analisi effettuata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte permettono di ipotizzare che la morte prematura sia dovuta alla mancanza di anticorpi, che a sua volta è possibile/probabile imputare all’alimentazione dei bovini con foraggio proveniente da terreni confinanti con la discarica. 

A questi danni l’agricoltore aggiunge gli odori e i rumori che verrebbero provocati dalla realizzazione di Wastend. Vicino alla sua azienda passerebbe un camion ogni dieci minuti, gli impianti di riciclo sarebbero attivi 24 ore su 24, le pale gommate per la produzione di compost emetterebbero un rumore paragonabile a quello di un Boeing 747 in fase di decollo (secondo ARPA Lombardia). 

Non sorprende che a fronte di tale disastro l’agricoltore ritenga l’ampliamento inconciliabile con la presenza della sua attività e che pertanto chieda a SMC “di farsi carico del ricollocamento dell’azienda agricola”, cioè del trasferimento in un altro posto. 

E pensare che il programma elettorale di questa amministrazione nel 2012 aveva fatto grandi promesse all’agricoltura: “E’ importante realizzare azioni di sostegno e di promozione ai proprietari di terreni agricoli… Gli agricoltori devono diventare partners della città… Occorre sviluppare un nuovo sistema di relazioni con gli agricoltori del territorio… Il Comune deve agevolare l’accesso dei produttori locali…”. Ecc... ecc…

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