Se lo chiedono spesso, con sarcasmo, i giovani del nostro territorio: ““Ma perché dobbiamo fare finta di stare bene? Abitiamo in Canavese…”. E da questa domanda - che ci si pone nell’eporediese, nel chivassese ma pure nel ciriacese - è nato il successo di Matteo, Erik e Paolo. Hanno tutti e tre 31 anni, il primo abita a Busano, il secondo a Cuorgné, il terzo a Rivarolo. Non dicono i loro cognomi e non vogliono farsi fotografare per un semplice motivo. “Preferiamo rimanere in semi-anonimato - scherzano sorridenti - perché non vogliamo ci riconoscano i fidanzati delle ragazze che ci provano con noi in chat”. Un anno e mezzo fa Matteo ha creato la pagina Facebook “Fare finta di star bene, ma abitare in Canavese”. I due amici si sono aggiunti a lui dopo qualche tempo. Adesso la pagina conta quasi 20mila “mi piace”. Qui i tre ragazzi pubblicano quotidianamente post ironici e sarcastici che prendono di mira, si fa per dire, le abitudini degli abitanti dei vari comuni, i campanilismi, le contraddizioni. Ragazzi, com’è nata la pagina? “L’ho creata io (dice Matteo ndr). Conosco il territorio e in un momento di noia canavesana è venuta fuori l’idea. Mi sono detto: “Proviamo!”. Avevo già abbozzato su Facebook qualche pagina di umorismo, ma è sempre tutto morto sul nascere. Questa volta no”.Come è cresciuta? “Dopo un po’ ci siamo aggiunti noi (dicono Erik e Paolo ndr). Siamo cresciuti con il classico tam tam. La pagina tirava fuori un post, uno di noi lo condivideva, e così partiva una condivisione esponenziale che richiamava la gente ad interessarsi e a mettere “mi piace” alla pagina. Nei post riconosci la piazza del tuo paesino, tagghi il tuo amico di quel Comune… insomma, ti riconosci. La gente prova una specie di “orgoglio” a condividere qualcosa che riguarda il suo paesino o comunque un paesino vicino”. Come vi spiegate tutto questo successo? “A grandi linee nasce tutto dal fatto che siamo un po’ cazzoni, ma in senso positivo. E poi siamo gli unici che fanno una cosa del genere. Mettiamo in risalto le cose strambe del paesino, ci scherziamo sù. L’anno scorso nel periodo del carnevale di Ivrea siamo cresciuti molto perché abbiamo pubblicato post, meme e foto che punzecchiavano i vari rioni. Chi era di una fazione condivideva per prendere in giro l’altra”. Com’è il rapporto tra voi tre?“Beh, diciamo che scommettiamo birre tra di noi per quali post prendono più “mi piace”. Anche se spesso sbagliamo le previsioni…”.I vostri post cosa riguardano? Come nascono certe idee? “Puntiamo molto sul sarcasmo, su un umorismo più o meno sottile. Gli spunti sono dati dal campanilismo, dalla rivalità tra i diversi paesi. Purtroppo a volte la gente non capisce l’ironia e nascono conflitti che non vorremmo creare”.Siate sinceri, qual è la New York del Canavese?“Per i rivarolesi è indubbiamente Rivarolo. Per tutti gli altri è Ivrea”.In quale comune c’è più bisogno di “far finta di star bene” “C’è chi direbbe Ivrea. Secondo me lo dicono anche gli stessi cittadini. A Ivrea c’è tanto apparire, quando alla fine sei canavesano quanto quello di Cuorgné, Favria e così via”.Il pregio più grande del Canavese? “Non c’è. La figa sicuramente no”.Il difetto? “I canavesani si sopravvalutano dove non dovrebbero e si sopravvalutano dove non dovrebbero. Cavolo, sbagliano in ogni caso…”Cosa consigliate ai giovani del Canavese? “Tolto campanilismo e le prese per il culo tra un paese e l’altro, crediamo ci voglia più amore per il proprio territorio. Abbiamo tante risorse, innanzitutto paesaggistiche, ma non ci pensiamo”.Cosa avete in mente per la pagina? “A 20mila “mi piace” faremo un video intelligente e spiritoso che racchiuderà il senso del Canavese”.Quale è il vostro sogno? “Non venir querelati da nessuno! Oppure mandare una sonda spaziale con la bandiera del Canavese su Marte…”.Com’è il canavesano medio? “Passa dal lamentarsi per il freddo a lamentarsi per il caldo, lamentandosi per le cimici, le zanzare, le buche sulle strade e la pioggia”. … ma in fondo, da zero a dieci, quanto vi piace vivere in Canavese? “10! Ricordiamoci però che bisogna viverlo, non solamente abitarci. Se te ne vai dal Canavese per un periodo, quando poi ci torni capisci che quel posto è sempre casa tua!”.
manuel.giacometto@gmail.com
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