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13 Luglio 2016 - 10:55
La discarica di Chivasso
Mercoledì scorso in sala consiliare si è riunito il “tavolo tecnico” delle discariche chivassesi. Istituito nel 2008 / 2009, il tavolo è composto dai Comuni di Chivasso e di Montanaro, da Città Metropolitana di Torino, da ARPA Piemonte e dall’Associazione Terra Sana. Erano presenti il vicesindaco di Chivasso Massimo Corcione e il presidente del Consiglio comunale Paolo Minetti per il Comune di Montanaro. Hanno partecipato come invitati i rappresentanti di SMC, la società proprietaria delle discariche.
Il tavolo tecnico non veniva convocato dal novembre 2013, benché l’ordine del giorno del Consiglio comunale del 2010 avesse impegnato il sindaco a riunirlo almeno ogni tre mesi.
Due gli argomenti in discussione. Primo: le fotografie, comparse sulla stampa locale, che mostrano un liquido scuro riversarsi in una roggia, e che hanno fatto sospettare una fuoriuscita del “nerofumo” dall’area delle discariche. Secondo: il recente rilevamento di “metano” o biogas nel sottosuolo esterno alle discariche.
Quanto al primo punto, i dirigenti di SMC hanno escluso che quelle foto abbiano a che fare col “nerofumo”. In altre parole, non vi sarebbe propagazione della sostanza nel terreno circostante. Vedremo se la risposta soddisferà Città Metropolitana e i due Comuni. Abbiamo ricostruito in un articolo a parte la vicenda del nerofumo, la polvere prodotta dalla combustione di fossili nella fabbricazione di gomma, vernici, inchiostri da stampa, ecc... Quella sostanza non avrebbe mai dovuto arrivare a Chivasso: lo vietano la normativa e le autorizzazioni. Ma ci arrivò lo stesso, e il conferimento fu fermato nel 2011 da una ordinanza del sindaco Bruno Matola, quando ormai 69.000 tonnellate si trovavano nella Chivasso 3.
Dopo avere esaminato la situazione, la Provincia stabilì che il nerofumo poteva rimanere dov’era. Ci chiediamo ancora, e se lo chiedono gli ambientalisti, se fu una saggia decisione. E si domandano se, per risolvere il problema, non si dovrebbe “bonificare” anche la Chivasso 3.
Veniamo al secondo punto: il mese scorso SMC, tenuta a svolgere controlli periodici attraverso gli appositi lisimetri, ha rilevato la presenza di metano nel sottosuolo esterno alle discariche Chivasso 1 e Chivasso 2. L’ingegner Lisa ha manifestato la propria sorpresa almeno per quanto riguarda la Chivasso 1: l’impianto ha cessato l’attività nel 1991 e si sperava che ormai non rilasciasse più biogas nel sottosuolo. Il dottor Gian Luigi Soldi, di Città Metropolitana, ha però osservato che il fenomeno non è inconsueto. Dopo la chiusura le discariche possono continuare ad emettere metano per decenni. Oltretutto, la normativa del tempo – la Chivasso 1 è stata autorizzata nel 1985 – imponeva meno precauzioni di quella attuale: sotto quella vecchia discarica, tra i rifiuti e il sottosuolo c’è solo la protezione di una geomembrana. Infine, il sottosuolo chivassese, come quello del Biellese, ha caratteristiche tali (consistenza ghiaiosa) che lo rendono facilmente permeabile alla propagazione del gas.
In conclusione i tecnici di Città Metropolitana hanno chiesto a SMC che cosa intenda fare. I dirigenti della società hanno promesso che entro poche ore avrebbero mandato loro il progetto degli interventi di messa in sicurezza: il rifacimento delle tubature dell’impianto di captazione del gas; l’eliminazione di alcuni pozzi di ispezione; la redistribuzione delle torce, ecc... ecc... Questi interventi saranno eseguiti all’interno dell’area discariche: se non saranno sufficienti verranno effettuati anche all’esterno. Quando nel 2008 espresse parere favorevole all’ampliamento della Chivasso 3, la Giunta Provinciale di Torino affermò nella delibera: “il complesso delle discariche di Regione Pozzo, dal punto di vista del controllo della migrazione del biogas in aree esterne, ha il sistema più complesso/avanzato di tutta la Provincia di Torino”. Evidentemente questo “avanzato” sistema adesso ha bisogno di qualche aggiornamento: lo riconosce anche SMC.
Prima dello scioglimento della riunione, Paolo Minetti ha chiesto se il Comune di Montanaro sarà invitato anche ai prossimi incontri del tavolo tecnico. Corcione ha risposto che le discariche di Regione Pozzo si trovano nel territorio di Chivasso, non in quello di Montanaro: ma se Minetti vuole può fare domanda. Però è bastata una rapida verifica dei documenti per chiarire tutto: il Comune di Montanaro fa parte del tavolo tecnico fin dalla sua istituzione, e quindi ha diritto di partecipare alle riunioni senza chiedere il permesso a Corcione.
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