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24 Giugno 2016 - 09:39
Abbiamo già scritto su questo giornale delle dichiarazione del consigliere Bertolè, in merito a quanto avvenuto il 14 maggio scorso, a Casaborgone in occasione dell'ecostazione per la raccolta dei rifiuti ingombranti. Come avviene ormai abitualmente, in occasione dell'ecostazione, gli zingari assalgono ogni mezzo che si avvicina, intrufolandosi nelle auto alla ricerca di qualsiasi pezzo di metallo. Un casalborgonese, in quell'occasione, ha chiesto al Consigliere Comunale Renzo Bertolè, a che titolo gli zingari agiscono indisturbati, tanto da aver già riempito di metallo tre furgoni. Senza esitazione, Renzo Bertolè, alla presenza dei due componenti dell'AIB addetti al controllo, ha risposto “Sono autorizzati a farlo. Li abbiamo autorizzati noi!” Forse il Consigliere Bertolè, credeva che la questione fosse ormai chiusa. Invece no. Quel cittadino, rientrato a casa ha esercitato il diritto di “accesso civico”. Ovvero ha fatto richiesta al responsabile della trasparenza e dell'anticorruzione, della pubblicazione di tutti gli atti che autorizzano soggetti diversi da SETA ad appropriarsi dei rifiuti metallici. Ebbene, al Segretario Comunale Di Monte Pierantonio, responsabile della trasparenza e dell'anticorruzione del Comune di Casalborgone, ci sono voluti “solo” 28 giorni, dei 30 previsti dalla legge, per trasmettere la risposta al cittadino. Una risposta sorprendente, in quanto non veniva comunicata l'avvenuta pubblicazione degli atti autorizzativi, ma al contrario nella comunicazione è scritto: “Si comunica che agli atti dell'Amministrazione Comunale non sono presenti autorizzazioni alla raccolta di materiale di smalimento a soggetti diversi dagli operatori ecologici Seta”. Il che significa che Renzo Bertolè ha mentito. Gli zingari, stando al documento ufficiale del Comune, non erano autorizzati dall'amministrazione comunale, ma erano autorizzati solo da Bertolè, che è responsabile di aver favorito gli zingari a continuare indisturbati nell'operazione di furto di materiali ai danni di Seta. Tanto che il casalborgonese a fronte della dichiarazione del rappresentante dell'Ammininistrazione Comunale, ha dovuto rinunciare a chiamare le forze dell'ordine che avrebbero colto gli zingari in flagranza di reato. Ora viene da porsi molti interrogativi in merito a quanto avvenuto. Primo tra tutti: “Il Sindaco e i consiglieri erano al corrente di quanto avveniva all'ecostazione?” Difficile pensare che Cavallero non ne sappia nulla, visto che della questione zingari ne è a conoscenza tutto il paese.
Per un atto così grave da parte di un consigliere di maggioranza, Cavallero quali provvedimenti ha preso? Se non lo ha fatto, anche lui è complice con Bertolè? Altra domanda che ci si pone: per quale “oscuro” motivo Bertolè ha favorito gli zingari, nel furto di metalli ai danni di Seta come operatore, ma indirettamente anche di tutti i casalborgonesi, visto che quei materiali, se riciclati, avrebbero dato un ritorno economico, quindi un minor costo per i casalborgonesi nella tassa raccolta rifiuti.” Quello che è avvenuto è grave, sia dal punto di vista della legalità, ma anche da quello ambientale, considerato che gli zingari recuperano solo i materiali che hanno un valore economico, mentre abbandonano il non recuperabile, con gravi danni ambientali.
Per capire quanto sia coinvolta, in questa vergognosa vicenda, tutta l'amministrazione comunale, occorre anche capire come sono stati smaliti tutti i riflettori stradali, smontati per essere sostituiti con l'illuminazione a LED, prima ammassati presso l'area comunale ora scomparsi. Considerato che quei materiali sono in gran parte composti da materiali economicamente rilevanti come l'alluminio e il rame, ma anche da materiali altamente inquinanti come le lampade a vapori di mercurio. Vorremmo sapere se, anche in questo caso, i materiali sono stati regalati ai Rom? Ora Cavallero deve rendere conto a tutti i casalborgonesi di questa brutta vicenda. Riprendendo proprio una frase di Cavallero solo di pochi giorni fa, in occasione della sua risposta alla petizione spontanea. Per fare chiarezza e per correttezza nei confronti dei cittadini, che a Casalborgone pagano la salata tassa rifiuti. Ora è Cavallero che ha il dovere morale, prima ancora dell'obbligo istituzionale, di denunciare alle autorità giudiziarie l'atto illegale commesso dal suo consigliere.
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