Ecchè cavolo no. Questa non ce la dovevano proprio fare. Ma come? Dopo aver passato mesi e mesi a farci la paternale sulle ludopatie. Dopo che l’assessore Annalisa De Col s’era spesa addirittura sul suo profilo di facebook per promuovere il tanto lavoro realizzato nell’ambito di un tavolo di concertazione per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo. Dopo tutto questo gran casino, o casinò, che cosa ci propinano? La pubblicita di un negozio di scommesse appiccicata e in bella mostra su un tabellone del Comune! E finisce qui, almeno per l’Amministrazione guidata dal “predicatore” Libero Ciuffreda, ogni pretesa di verginità. Possibile che nessuno abbia pensato a regolarmentare questi spazi in conformità con gli obiettivi anche etici, morali e sociali del governo cittadino? Peccato. Davvero un peccato. E dire che non era di questo che volevamo parlare. Dito puntato sui rimborsi spese del sindaco Ciuffreda, s’intendono “rimborsi spese” a carico della collettività. Mai un sindaco di questa città aveva viaggiato così tanto. A Ventotene per un gemellaggio. Poi a Zurigo in occasione della Fiera del turismo. Pochi giorni fa a Betlemme per un altro gemellaggio. A breve a Bruxelles con la Confindustria. E si aggiungerà, c’è da crederci, pure una capatina a Lisbona per ricambiare la visita di una delle tante municipalità di quella città portoghese in occasione dell’inaugurazione del giardino dedicato a Pessoa. Insomma, sarà anche il sindaco uno che al primo piano di palazzo Santa Chiara non lo si trova mai, ma quando è ora di preparare il “necessaire”, non se lo fa ripetere due volte. Fascia tricolore, filo interdentale, spazzolino e niente gel doccia che sennò poi all’aereoporto te lo fan buttare. Insomma un sindaco con tanta voglia di viaggiare. Viaggiasse meno e si occupasse di più dei fatti di questa città, avrebbe molto probabilmente trovato anche il tempo kronos di spiegare ai cittadini il significato di una delibera di giunta, comparsa di recente ma vecchia di almeno tre mesi (la numero 274 del 17 dicembre 2015) attraverso cui l’Amministrazione Comunale ha deciso di recuperare la casa confiscata di corso Galileo Ferraris per la realizzazione di una struttura di accoglienza per profughi. Il tutto su richiesta della Prefettura, disponibile a metterci i soldi e poi a gestirla in comodato d’uso per non meno di 5 anni. Ma non si era detto che qui avrebbe dovuto trovare spazio una casa rifugio per donne e bambini maltrattati? E anche l’università della legalità con tanto di sportelli di ascolto e prevenzione contro l’usura e di prevenzione delle ludopatia? Di sicuro, c’è da segnalare oggi, le ludopatie, o se si preferisce i malati di gioco d’azzardo, aspetteranno ancora un bel po’. E avanti tutta con la pubblicità. Ancora una cosa. Risistemare la villa confiscata ad uso dei profughi costerà la bellezza di 120 mila euro, che non sono pochi considerando che la si intende utilizzare per soli 5 anni. E non sono pochi anche considerando che sono soldi da aggiungere a quei 35 euro del costo giornaliero di ciascun profugo. Non è un po’ troppo?
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