I Nicola da tre generazioni coltivano la terra. Ed è questo che fa Enzo, l’ultimo dei Nicola, cittadino di Cerone, frazione di Strambino. Il contadino a tempo pieno, con i freddo e con il caldo. Da qualche anno a questa parte, però, ha trovato un modo per ammazzare il poco tempo che gli rimane. Lo utilizza tutto per denunciare quelli che lui definisce “falsi agricoltori”. E ce ne sono davvero tanti. Enzo Nicola in Procura a Ivrea è praticamente di casa. Oggi porta un foglio, per domani ne ha già in testa di portarne un’altro, da aggiungere alla relazione portata la settimana prima, in appendice alla documentazione di un mese fa. E il faldone cresce, giorno dopo giorno sempre di più. Ci sono nomi, cognomi, false rappresentazioni della realtà, Amministrazioni comunali compiacenti e un mucchio di terreni comunali (usi civici) assegnati a persone che non ne avrebbero diritto e che non versano i contributi all’Inps come agricoltori. I numeri sono da delirio e danno senza alcun dubbio ragione a Nicola. Basti pensare che nell’oporediese i coltivatori diretti iscritti alle varie associazioni di categoria sarebbero circa 1.500. Che sono tanti. Troppi. “A Strambino se ne contano 54, ma quelli veri siamo solo 24. Li conosco tutti...”, sottolinea Enzo Nicola... Il motivo è presto detto. Godere di tutti i vantaggi che nascono dall’essere “coltivatore diretto”. Basta avere la “terra”, poi se non la si coltiva poco importa. E questo significa agevolazioni, per esempio sull’acquisto del carburante, con danni per l’erario non di poco conto. L’attività investigativa giudiziaria di Enzo Nicola comincia nel 2007, quando l’Amminstrazione comunale di Strambino, nella riassegnazione dei propri terreni, li tolse a lui per darli ad altri che nella vità reale svolgono le più svariate attività o sono in pensione. Erano campi coltivati con sudore da anni, essenziali per poter continuare a svolgere l’attività in maniera economicamente vantaggiosa. Come dire: oltre al danno la beffa. Si intrecianno nelle aule di tribunale, storie di terreni che da agricoli diventano boschivi (anche se di alberi non ce ne sono), occupazioni abusive di terra, assegnazioni di campi con il grano maturo e ancora da mietere, avvocati che vanno e che vengono, sconfitte, archiviazioni e prescrizioni. In realtà il mondo agricolo paga una legge che con l’autocertificazione consente cose inaudite, con ciò mettendo in difficoltà i lavoratori onesti che pagano regolarmente tutte le tasse che ci sono da pagare. In tribunale questo lo sanno. Lo sa pure la Guardia di Finanza che nei mesi scorsi ha deciso che è giunta l’ora di vederci più chiaro. Il caso Strambino A Strambino, di recente, l’amministrazione comunale, guidata da Sonia Cambursano, ha modificato il regolamento e quindi anche i criteri per l’assegnazione dei terreni ad uso civico a possessori di partita iva e pure ad hobbysti. Insomma, la storia si ripere e il risultato è stato un vero e proprio boom di richieste. In totale l’Amministrazione comunale ha accolto 52 domande di cui 8 di giovani al di sotto dei 40 anni, 22 di coltivatori diretti tra i 41 e i 70 anni, due ultra 70enni, 14 partite iva e 6 non agricoltori.
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