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CHIVASSO. Cava di Boschetto, è sempre buio fitto

CHIVASSO. Cava di Boschetto, è sempre buio fitto

corcione massimo

Continua il buio fitto sulla cava di Boschetto. Dal punto di vista della trasparenza, a cosa è servito l’incontro pubblico organizzato venerdì scorso dal vicesindaco Massimo Corcione e dal consigliere Domenico Barengo? A niente.

I due amministratori hanno raccontato ai presenti gli “sviluppi e stato di fatto” della questione cava, in particolare del subentro di una nuova ditta nell’attività di escavazione per altri dieci anni. Parole, parole, parole, mentre l’unica cosa seria da fare era mettere finalmente a disposizione di tutti i cittadini, distribuendone copia con ragionevole anticipo, tutta ma proprio tutta la documentazione.  In questo modo, nei giorni precedenti i cittadini avrebbero potuto leggere i documenti, discuterne tra loro, chiedere aiuto a un tecnico, mettendosi in condizione di porre a Corcione e Barengo delle domande nel merito. Invece hanno dovuto ascoltare “sulla fiducia” quel che i due amministratori hanno raccontato loro. Un confronto ad armi impari: i cittadini che non sapevano nulla e i due amministratori che sanno tutto perché posseggono la documentazione.

Lo ripetiamo: il sito del Comune, sezione “Ambiente”, sottosezione “cave e attività produttive”, non è aggiornato. E’ fermo a maggio 2015, e reca soltanto il verbale della prima conferenza dei servizi. Dov’è il verbale della seconda, svoltasi a settembre? Dov’è l’autorizzazione rilasciata dalla Città Metropolitana, che è l’atto che fa testo, perché contiene le condizioni e le prescrizioni? Dov’è la convenzione tra Comune, azienda e Libertas Boschettese, quella che fra altre cose stabilisce tempi e modi della realizzazione del mitico laghetto per la pesca? Non ci sono. Cosa impedisce a Corcione e Barengo di rendere pubblici questi documenti?

A proposito della convenzione: sarebbe stato opportuno discuterla preventivamente con i residenti. Invece verrà pubblicata solo dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale. In questo modo si crea una disparità tra gli stessi boschettesi: i soci della Libertas Boschettese conoscono, almeno a grandi linee, il contenuto della convenzione, tutti gli altri no. Ci sono boschettesi di serie A e boschettesi di serie B. Il tutto aggravato dal doppio ruolo di Barengo: è un amministratore del Comune e al tempo stesso è un dirigente della stessa Libertas che fruirà del laghetto.

Dov’è sono finite la “trasparenza amministrativa”, l’amministrazione “alla luce del sole” e la “partecipazione” promesse nel programma elettorale del 2012 dal candidato sindaco Libero Ciuffreda?

Qualcosa si riesce a sapere da un documento della Provincia del giugno 2015 reperibile in rete. Ovviamente non lo troviamo sul trasparentissimo sito del Comune. Vi si legge che restano da asportare 1.250.000 metri cubi di sabbia e ghiaia. Che già ora si è scavato fino a 12,5 metri sotto il livello medio della falda acquifera e che si scenderà ancora di tre metri. Che l’autorizzazione concede alla ditta di estrarre per altri dieci anni. Così in una cava aperta nel 1990 si continuerà a scavare fino al 2026. E nessuno può garantire che nel 2016 non verranno concessi altri cinque o dieci anni. Dov’è finita la città “amica dell’ambiente” assicurata dal sindaco nel programma elettorale?

Lo sappiamo com’è finita: con una nuova discarica ai Pogliani e con altri dieci anni di scavo a Boschetto...

“Ad un passo dalla firma della convenzione con l'ennesimo cavatore convocano un incontro con la cittadinanza - commenta il Movimento 5 Stelle -. Una serata di propaganda per dirci che non hanno potuto opporsi, dunque costretti ad allungare la vita alla cava per altri 10 anni...”.

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