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CHIVASSO. ASLTo4 interviene nel procedimento Wastend

CHIVASSO. ASLTo4 interviene nel procedimento Wastend

Una foto d'archivio della discarica di Chivasso

Anche l’ASLTO4 è intervenuta nel procedimento Wastend. Due dirigenti dell’azienda hanno espresso le proprie forti perplessità a Torino nella conferenza dei servizi del 4 novembre e in una lettera inviata a Città Metropolitana.

I rappresentati di ASL descrivono la situazione odierna e quella che verrebbe a crearsi dopo la realizzazione dell’impianto di riciclo di rifiuti e della nuova discarica Chivasso 2.1. Oggi ci sono cascine e civili abitazioni molto vicine all’area discariche. La Cascina Bellavista si trova a 180 metri, la Cascina Coccarello, la Cascina Baione e un gruppo di villette a schiera sono a 130 metri, ma la Cascina Brichetta è appena a 60 metri. Essendo le discariche così vicine ai fabbricati di civile abitazione “non sono da sottovalutare le conseguenze derivanti da eventuali incendi”. Ricordiamo che nell’area discariche ci sono stati incendi nel 2002, 2003, 2008 e 2014.

Già adesso dall’area “si originano sostanze odorigene”. Con la nuova discarica i rischi maggiori saranno costituiti “dall’emissione in atmosfera del biogas con conseguente dispersione nell’ambiente di sostanze odorigene e irritanti (ammoniaca e idrogeno solforato)”.

Fin qui l’inquinamento dell’aria. E il sottosuolo?

Prendiamo la vecchia discarica Chivasso 2: il sottostante manto impermeabile si è fessurato, il percolato si è infiltrato nel terreno e ha inquinato le falde acquifere. Ora è in corso la bonifica. Ma il progetto Wastend prevede di portare altri rifiuti proprio sopra questa vecchia discarica: ciò farà aumentare il rischio di “ulteriore perdita di percolato con possibile peggioramento della qualità delle acque sotterranee, peraltro già compromesse”.

Nell’impianto di riciclo di Wastend verranno lavorati “tessuti animali” e “rifiuti del trattamento di pesce, carne e origine animali”. Il progetto non specifica se tali scarti sono da considerarsi in base ai Regolamenti UE “sottoprodotti di origine animale”. In questo caso gli impianti dovrebbero venire ubicati ad una certa distanza dagli allevamenti di bestiame della zona allo scopo di “escludere rischi inaccettabili di propagazione di malattie trasmissibili all’uomo o agli animali”.

Se questo è il quadro dei pericoli, non stupisce che ASL pretenda che venga condotto preventivamente uno “studio di impatto sulla salute”. La società SMC ne ha effettuato uno autonomamente senza confrontarsi con l’azienda, senza seguire le linee guida, senza chiedere a ASL dati che solo l’azienda possiede. Perciò lo studio è da rifare.

Al termine della lettera l’azienda sanitaria traccia una sintesi della propria analisi.

Merita leggerla per intero: “In conclusione, stante l’attuale situazione dell’area interessata caratterizzata da numerosi e importanti fattori di rischio per la salute della popolazione, con particolare riferimento ai nuclei abitati e alle case sparse ubicati nei pressi dei due insediamenti in progetto (impianto di trattamento rifiuti e discarica), visto che l’intervento andrà a sovrapporsi, con probabile incremento, alle attuali emissioni di sostanze pericolose indesiderate (es sostanze odorigene) nell’aria, nelle acque superficiali e sotterranee e nel suolo, è necessarie che siano fornite solide garanzie tecniche e gestionali in modo tale da evitare effetti negativi sulle matrici ambientali prima ancora che sulla salute, come peraltro richiesto nella conferenza dei servizi del 21.01.2015”.

Una serena lettura natalizia. Da dedicare ai quattro capigruppo della maggioranza – Gianni Pipino, Michele Scinica, Domenico Barengo, Domenico Scarano – che nel numero di dicembre di “Città di Chivasso” si ostinano, pur ponendo determinate condizioni, a declamare: “Noi riteniamo che il progetto Wastend possa essere una opportunità positiva per Chivasso, per le ricadute ambientali a lungo termine, economiche e occupazionali...”.

E se nemmeno una lettura come questa spingerà il sindaco Libero Ciuffreda e il vicesindaco Massimo Corcione a cambiare idea sul progetto, ci domandiamo cos’altro ci voglia.

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