Un dibattito sulla nuova legge elettorale. Anzi no sul nuovo collegio Ivrea - Vercelli - Biella. Al Festival dell’Unità, venerdì scorso, si è parlato anche di questo, con il sindaco di Vercelli Maura Forte (Pd), con il vicesindaco di Biella Diego Presa (Pd), del vicesindaco della Citta Metropolitana di Torino Alberto Avetta (Pd) e con il primo cittadino di Ivrea Carlo Della Pepa (Pd). Presenti anche i giovanissimi segretari provinciale del Pd di Vercelli Andrea Pacella e di Biella Paolo Furia, talmente giovani che un po’ stonava quel loro essere “moderati” dall’inossidabile “vecchietto” Maurizio Perinetti. O forse stonava lui, coordinatore di una federazione Pd del Canavese e del Chivassese, che con la nuova geografia politica non c’entra più un bel cavolo di niente. In ogni caso, il dibattito si è concentrato su una legge che oramai è legge e , in quanto tale, ci si dovrà rassegnare, nel cominciare a lavorarci su. E pazienza se da Ivrea le strade per Torino sono più comode. Pazienza se il nuovo tribunale di Ivrea ha competenze su Chivasso e su Ciriè, così come l’Asl To 4. Pazienza se Ivrea con Chivasso e Ciriè, avrebbe preso in mano il timone di comando, mentre con Vercelli e Biella rischia di stare in coperta a vita. “Siamo passati da mille parlamentari in rappresentanza di mille fette di territorio a meno di 600. E’ evidente che 600 fette al posto di mille saranno più grosse...” ha sottolineato Alberto Avetta, che guai a sentirgli pronunciare, renziano com’è fin dentro al midollo, anche solo una piccola critica all’attuale Governo. Poi c’è di vero che dei punti in comune, Vercelli, Biella e Ivrea, se proprio si mettono a cercarli, magari li trovano pure. C’è per esempio il lago di Viverone, crocevia delle tre provincie. C’è che un tempo tutte è tre le cittadine potevano considerarsi capitale di qualcosa, dell’informatica Ivrea, del tessile Biella e del riso Vercelli. Unite nel ricordo di un tempo che fu e dalla crisi dei giorni nostri che ha travolto tutto quello che c’era da travolgere, riso compreso. Non c’è più niente da ricordare? Bene. “Ci sono i piani strategici - ha sottolineato Maura Forte - Noi ne abbiamo costruito uno con Casale e vogliamo uscire dall’isolamento. Presto andremo anche in Cina per promuovere scambi commerciali e culturali... A Vercelli non si è fatto niente per 10 anni, ora ci stiamo riprendendo...”. Fino in Cina? Fuori dal mondo per una classe politica che, nell’intera sua vita, al massimo, ma proprio al massimo, ha pensato di spingersi fino a Champorcher.. Sarà, ma intanto a Biella, negli ultimi 20 anni si sono persi 30 mila posti di lavoro sui 45 mila che c’erano. “Diciamo che siamo uguali nella crisi - ha sgranato gli occhi Diego Presa - Da terre di immigrazione a terre di emigrazione. Alcuni studi ci dicono però che abbiamo ancora qualcosa da offrire...”. Resta da capire - e non lo si è capito sino a quando non ha preso la parola il biellese Paolo Furia, se è di commercio, qualità della vita, rilancio territoriale che devono occuparsi i partiti, ripensando al territorio e ai comuni all’interno di una nuova veste geografica... “Il primo rischio è che si faccia tanta confusione. - ha commentato Furia - Noi come circoli del Pd siamo chiamati a collaborare in vista della scelta dei candidati... Il rischio di pestarci i piedi c’è!”. Tutto qui? Tutto qui!
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