Probabilmente il sindaco Libero Ciuffreda pensa di avere a che fare con una città di stupidi. Ma l’avete letto che cos’ha dichiarato su SovraExposizione a pagina 13 del giornalino del Comune? Ha detto (roba da non credere) che “Chi vuole vedere in questo nostro investimento un possibile spreco di denaro pubblico sbaglia, perchè dietro la vetrina di SovraExposizione che si esaurisce in tre giorni, c’è tutto quel lavoro che è cominciato lo scorso anno con i Sindaci, vi è la formazione degli operatori del commercio in collaborazione con le associazioni di categoria” e... bla, bla bla “che permetteranno di diffondere la nostra proposta” bla bla “...in ambito nazionale e internazionale tali da restituire ulteriori capacità di investimento per il futuro di tutto il territorio chivassese...”. Insomma, il solito monologo senza contradditorio. Paroloni su paroloni senza significato. Aria fritta. Demagogia a piene mani, posto che per SovraExposizione si intendono quelle quattro bancherelle che han fatto capolino sotto i portici il giorno dopo la notte dei saldi, anticipate da una sorta di Master Chef a porte chiuse, presso la Tenuta Cerello, organizzato per incoronare il “salmerino alpino” patrimonio del chivassese, del basso canavese e dell’oltrepo... E quanto ci è costato questo “niente” che si è visto e sentito? La bellezza di 72 mila euro ma (ha avvertito l’assessore Buo) potrebbero anche aumentare (tenetevi alla sedia) di qualche migliaiata di euro. La domanda è: con quale faccia si possono tessere gli elogi a se medesimi per un flop che di più devastanti non se ne sarebbero potuti e saputi organizzare, anche mettendoci dentro l’impegno di Pierino? Piuttosto, ci spieghi il sindaco che cosa c’entra il salmerino alpino, cioè il pesce che ha vinto il Master Chef di cui sopra, con il nostro territorio? Insomma, ce n’è quanto basta, se non per stare zitti, quanto meno per vergognarsi. In primo luogo perchè, quando si spendono tanti soldi così, i ritorni dovrebbero essere, se non certi, almeno possibili, e stando al programma che si è visto, era prevedibile che non ci sarebbero stati nè gli uni, nè gli altri. E poi perchè lo si è fatto in un momento in cui in città si sta vivendo una crisi del commercio che non ha uguali dal dopoguerra, aggravata da un clamoroso errore nell’applicazione delle tante tasse comunali, che hanno permesso di chiudere il bilancio con un avanzo di un milione e 700 mila euro. E sono soldi che non potranno essere utilizzati per via del “patto di stabilità”. E sono soldi che potevano benissimo rimanere nelle tasche dei cittadini. “Promuovere il territorio, attraverso la creazione di un circuito in grado di valorizzare le specialità locali e il patrimonio artistico e architettonico, potrebbe sembrare una banale formula retorica o uno dei tanti esercizi di stile basati più su sensazioni che su fatti concreti...”. E infatti sì. Ci sembra proprio soltanto retorica o, se si preferisce, fuffa su fuffa. Ancora più se ce lo viene a raccontare lo stesso sindaco che non perde un’occasione che sia una per diffondere fuori dai confini l’idea di una città “a tutta ‘ndrangheta”, in ultima con un bel murale (sull’operazione Minotauro) realizzato dall’associazione del figlio sulla facciata esterna della Biblioteca. Già li vediamo. Frotte di turisti, cinesi, giapponesi e americani, seduti in uno dei tanti ristoranti del centro (ce ne fossero), ansiosi di provare l’ebbrezza di un salmerino alpino mangiato nel bel mezzo di una sparatoria tra famiglie della Locride emigrate al Nord.
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