Andrea Lifieri del ristorante “Il Chiostro di Andrea” di Milano ha vinto il primo premio allo Chef contest “I Carpionati del mondo”, organizzato dall’Amminitrazione Comunale e tenutosi, venerdì scorso, a porte chiuse, nei locali della Tenuta Cerello. E adesso? Suonino le trombe e rullino i tamburi le sue due ricette (sottolinea il Servizio Informazione del Comune) sono diventate patrimonio del territorio. Ma dai? E stiamo parlando, tanto per cominciare, di un bel "Salmerino alpino in carpione leggero alle mele, rafano, rape rosse" e poi di una “Mousse di Nocciolini di Chivasso con spuma di Erbaluce Passito e spugna di fragole”.
Salmerino alpino in carpione leggero alle mele, rafano, rape rosse
Dateci un pizzicotto che non ci riusciamo a credere. E che cosa vuol dire essere diventate “patrimonio del territorio”? Forse che Ciuffreda riporterà gli ingredienti a carattteri cubitali sopra una targa davanti al Municipio? Forse che adesso - e da adesso in avanti - tutti i ristoranti della tradizione canavesana saranno obbligati a metterle nei menù? Immaginatevi la scena. “Lo Chef consiglia il nostro salmerino alpino patrimonio del territorio?”. E dal tavolo:?“No grazie siam venuti qui per la buseca!”. La domanda è: ma che cavolo c’entra tutto questo con Expo 2015, evento realizzato al motto di “nutrire il pianeta”. Davvero l’amministrazione comunale ha pensato anche solo per un minuto di sconfiggere la fame nel mondo con l’erbaluce e i nocciolini? Che confusione ...
Mousse di Nocciolini di Chivasso con spuma di Erbaluce Passito e spugna di fragole
Sì! Solo questa ha regnato sovrana per l’intera manifestazione cominciata venerdì e finita domenica, senza farsi troppo notare, tra le polemiche di una serie di cittadini che si sono visti trapanare la facciata delle proprie case dagli elettricisti che tiravano cavi in via Torino per allacciare alla corrente elettrica mercandin e pro loco varie e quelle altre, non da meno, dei commercianti di via Roma, di via Teodoro e di vicolo del Portone, completamente dimenticati dall’assessore Claudia Buo e dall’Ascom. Dov’erano la Street Parade, le delicatessen, le arcate del gusto, i cortili divini, la streed food, la beer fest e i percorsi golosi? Quasi non si sono percepiti! O meglio, c’erano in contemporanee sagre in molti comuni del Canavese che senza tanti strombazzamenti sono riuscite decisamente meglio... Turisti? Neanche l’ombra. Cinesi? I soliti! Gente accorsa in città come rapita dai messaggi allucinogeni (“Sovraexposizione.... Sovraesposiziooooneeee”) affissi sugli autobus? Meno che meno... Diciamo che per non beccarsi la pernacchia l’Amministrazione comunale bene ha fatto ad affidarsi per intero alla locomotiva dei saldi. E in città, come si sa, ogni anno, in questa occasione, arrivano in migliaia dal circondario. Per assurdo, e per colpa del gran caldo, ne sono forse arrivati qualcosina meno dello scorso anno e tutti in via Torino. Insomma, l’inconcludenza si è tagliata a fette insieme all’umidità. Resta la domanda: a che cavolo è servito tutto questo? Solo a dare un bel po’ di soldi all’organizzatore Chef Kumalè e a portare in città una lunga serie di bravi ristoratori di Cuneo, Milano, Varese, Bergamo, Monza e Asti? Notare che tolto Alessandro Giai Miniet del Ristorante della Sacra di Torino, non ne è stato chiamato neanche uno della zona. Notare che il salmerino è un pesce originario della Norvegia (diffuso anche in Lombardia ma non in Piemonte) e il rafano è una pianta originaria della Russia e diffusa nel sud d’Europa. Niente da dire sulle mele e sui ravanelli... Il difficile, viene adesso: farli digerire. “Il salmerino tipico pesce dei nostri fiumi...!?!”: proprio non se la beve proprio nessuno.... Fosse almeno stato un pesce gatto delle nostre bose o una trota dei nostri fiumi... Beh, se non altro non si sarebbe potuto urlare alla presa per i fondelli.
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