Quattro vigili urbani e due carabinieri. Si è presentato così, accompagnato da sei uomini delle forze dell’ordine, giovedì all’inaugurazione del nuovo parco giochi tra i condomini di via Togliatti. Il sindaco Libero Ciuffreda non ha fatto una bella figura l’altra sera di fronte a centinaia di chivassesi del Borgo Sud Est. La presenza delle forze dell’ordine non è sfuggita agli occhi dei tanti che si sono riversati fuori dagli appartamenti: “Il sindaco ha paura di noi?”. “Cosa abbiamo fatto per meritarci questa umiliazione?”. “Perché deve farsi accompagnare da vigili urbani e carabinieri?”. Si sono domandate, stupite, amareggiate e un po’ umiliate, decine di persone per bene. Un brutto messaggio quello che Ciuffreda ha portato al quartiere. Sarà anche vero che recentemente, con alcuni rappresentati delle associazioni del Borgo Sud Est gli attriti si sono fatti più aspri dopo l’abolizione del tavolo sociale da parte dell’amministrazione comunale, ma da qui a presentarsi con carabinieri al seguito, ipotizzando evidentemente chissà quale rappresaglia, ce ne passa. Tant’è che l’occasione della visita era una semplice inaugurazione di un parco giochi. Una festa, insomma. E infatti tutto è filato liscio. E’ poi sul social network facebook che si sono scatenate le proteste. “Vergogna!”, è il grido che s’è levato da chi s’è sentito ghettizzato dall’atteggiamento dell’amministrazione chivassese. “Mai si era arrivati a questo - commenta Bruno Prestia, presidente dell’associazione Galileo Ferraris, tra i più delusi -. Doveva essere una semplice inaugurazione di un parco giochi, tra l’altro nemmeno realizzato da questa amministrazione. Non siamo un quartiere di delinquenti e l’immagine che il primo cittadino dà è quella di temerci, di avere paura di noi. E’ una vergogna che lui e la sua Giunta si siano presentati qui attorniati dalle forze dell’ordine, manco ci fossero superlatitanti pronti a spuntare dalle finestre. Questa è la dimostrazione che suddividono la città in classi: i cittadini di seria A e quelli di serie B. Evidentemente, noi siamo nella seconda serie...”.
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