Dopo averlo già inaugurato la settima scorsa, venerdì a Chivasso l’amministrazione comunale intitolerà il nuovo giardino pubblico di via Ceresa, sotto casa del vicesindaco, a “Fernando Pessoa, poeta e scrittore portoghese (Lisbona 1888 – 1935). Sarà presente una delegazione della Città di Lisbona”. Ho qui sotto gli occhi un libro, una raccolta di saggi, di un certo Fernando Pessoa, Sulla tirannia, pubblicato da Guanda nel 2009. Sono sicuro che si tratta di un omonimo. Non può certo essere lo stesso scrittore che Chivasso onora intitolando al suo nome un’opera pubblica. Infatti dal libro che ho sul tavolo risulta che questo Pessoa sia stato un tantino reazionario. Fu un sostenitore del dittatore portoghese Salazar. Dal regime salazarista pare che abbia ricevuto “una speciale gratifica in denaro”. Dopo l’assassinio nel 1918 del dittatore Sidonio Pais, aveva pubblicato un elegiaco poema in memoriam intitolato “A memoria do Presidente-Rei Sidonio Pais”. Nel 1928 scrisse anche “L’interregno. Difesa e giustificazione della dittatura militare in Portogallo”. Il curatore de La Tirannia osserva che in questi scritti Pessoa ha “condensato in pillole il suo spirito aristocratico, così intimamente avverso sia alle maggioranze di qualsiasi specie sia ai precetti di uguaglianza sociale”. Effettivamente nelle “conclusioni filosofiche” (pp. 110-111) Pessoa scrive: “il socialismo, invece di essere una liberazione economica, è un’assenza completa di libertà. Il socialismo rende estensivo a tutti il servaggio della maggioranza”. In questo libro Pessoa ripropone le trite manifestazioni di odio per la democrazia, il liberalismo e il socialismo. Sono le cantilene che ricorrono monotonamente negli artisti reazionari, filofascisti e filonazisti della prima metà del Novecento. Tanto per fare qualche esempio: il liberalismo si diffonde “tra quegli infelici mentali, la cui ignoranza sociologica e non conoscenza della storia li portano ad avere idee socialiste o simili, demenza senile del liberalismo”. La “democrazia è un’orgia di traditori”. La “celebre dittatura del proletariato [è] l’ultima incarnazione dell’ignoranza e della cretineria”. Immancabile l’esaltazione della guerra: “E’ dall’odio tra uomo e uomo che la civiltà nasce…è dal conflitto tra nazione e nazione che l’umanità riceve impulso”. E il disprezzo per il pacifismo: “Solo la pace è infeconda, solo la concordia è improficua, solo l’umanitarismo è antiumanitario”. Sono sicuro che il Pessoa di cui ho citato alcuni passi non è lo stesso Pessoa amato da Antonio Tabucchi, che sul Corriere della Sera attaccò aspramente la leggenda del Pessoa fascista. Ne sono sicuro. Altrimenti l’ANPI di Chivasso sarebbe rientrata precipitosamente al paesello a contestare l’inaugurazione del “giardino Pessoa”. Attualmente l’associazione partigiana soggiorna a Montanaro per esportarvi l’antifascismo. Insieme a un pezzo di Rifondazione comunista di Chivasso, che forse vuole esportarvi la rivoluzione. Insieme devono avere inventato qualcosa come la teoria del “socialismo in un ALTRO paese, in un altro Comune, sempre in un altro posto, purché non il proprio”. Con il corollario: “Oggi a Montanaro, domani a Foglizzo”, o Rodallo, o Vische…” purché non a Chivasso. Nel 2009 una compagnia teatrale rappresentò a Chivasso, con il patrocinio del Comune, uno spettacolo durante il quale venne recitata la celebre ode alla “Decima Mas” di Filippo Tommaso Marinetti. L’autore e regista dello spettacolo era anche autore di un saggio nel quale esprimeva ammirazione per le idee politiche, non solo per l’opera artistica, di Brasillach, Cline, Codreanu (il fondatore del movimento rumeno filonazista «Guardia di ferro»), Evola, Pound, e via fascisteggiando. L’ANPI reagì con fermezza. Il sindaco era Bruno Matola di Forza Italia e l’assessore alla cultura era Alessandro Germani di Alleanza Nazionale. Perché adesso l’associazione dei partigiani non critica l’intitolazione di un’opera pubblica a Pessoa? Torniamo all’amministrazione chivassese: quali sono le ragioni della scelta del nome di Fernando Pessoa? Non lo sappiamo. Ma possiamo formulare un’ipotesi. C’è un artista chivassese che canta Pessoa. Ci dobbiamo attendere un festival canoro musicale letterario Deidda/Pessoa? Con le solite delibere e determine che erogano contributi prelevati dalle nostre tasche? Di seguito alcuni estratti da "La tirannia".
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.