Prima o poi sapevano che sarebbe successo. “Siamo preparati”, dicevano ormai da tempo. Eppure quella sensazione di terra che si sgretola sotto i piedi l’hanno provata lo stesso. Che vi abbiano lavorato per 30 oppure 10 anni, i 35 dipendenti del Mercatone Uno di Brandizzo sono crollati. Giovedì scorso i vertici dell’azienda fino a pochi anni fa leader in tutta Italia nel settore dell’arredamento hanno iniziato ad inviare le prime lettere di sospensione dal lavoro. “Con la presente si comunica che da lunedì 1 giugno la sua attività lavorativa verrà sospesa”, recitava più o meno la lettera inviata ai dipendenti brandizzesi. In parole povere, i 35 brandizzesi risultano ancora regolarmente assunti anche se, di fatto, vuoi per il negozio ormai vuoto- complici la svendita e la merce che non arriva più- vuoi perché di lavoro già prima non ce n’era, da oggi rimarranno a casa. Se le sospensioni verranno revocate, ancora nessuno lo sa. Nel frattempo, insieme a queste, sempre i vertici hanno comunicato che verrà attivata anche la cassa integrazione straordinaria, ma la fiducia che venga fatto realmente è poca. Già da tempo, infatti, i dipendenti del punto vendita di via Torino sanno che il Piemonte ha già esaurito tutti gli aiuti che poteva ricevere dallo Stato e che per riaverli dovrà aspettare almeno fino ad agosto. Il che significa che, fino ad estate inoltrata, i lavoratori brandizzesi non prenderanno una lira nemmeno dagli ammortizzatori sociali. E dire che, poco più che un mese fa, qualche barlume di speranza per il salvataggio del Mercatone Uno di Brandizzo- come d’altronde quello per gli altri 50 punti vendita a rischio- si era acceso. Dopo scioperi e diversi incontri con i sindacati- Filcalms- Cgil è quello che più di tutti si è battuto per i diritti dei lavoratori- il Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona del ministro Federica Guidi, aveva infatti deciso di firmare il decreto per l’amministrazione straordinaria del Gruppo Mercatone (la procedura è stata praticabile solamente perché l’ammontare dei debiti superava i 400 milioni di euro, ndr) nominando tre commissari per la completa gestione dell’azienda. Ristrutturazione dell’immobile e valutazione di eventuali proposte di vendita compresi. Di fronte alla tragica situazione che ha colpito i 35 dipendenti, le loro famiglie, ma anche l’intera economia del paese ormai sempre più povera, senza parole è Antonella Argentini, referente Filcams Cgil dello stabilimento. “Sì, sono arrivate le lettere di sospensione del lavoro, dal primo giugno saremo tutti a casa - ha confermato la stessa -. Questa volta credo che siamo arrivati davvero alla fine”. Poi, aggiunge: “Ho lavorato in Mercatone per 22 anni e adesso sono un po’ crollata”. Come lei, altre 34 persone.
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