Che cosa dice veramente il Ministero dell’Istruzione riguardo al contributo volontario? A Chivasso si tratta dei 150 euro che la dirigenza del liceo Newton ha chiesto agli studenti e alle loro famiglie. La Nota circolare del 7 marzo 2013 chiarisce che il contributo è assolutamente volontario, che chi non vuole può rifiutare di pagare, e che è illegittimo colpire gli studenti con comportamenti vessatori e punitivi. Le parole della nota sono dure. Anche perché il Ministero è costretto a intervenire nuovamente, dopo la circolare dell’anno prima, perché seguita a ricevere lamentele: “continuano a pervenire a questo Dipartimento da parte delle famiglie numerose segnalazioni di irregolarità ed abusi nella richiesta dei contributi scolastici”. Pretendere il contributo quasi come fosse obbligatorio, e farlo senza seguire la procedura, configura “vere e proprie lesioni al diritto allo studio costituzionalmente garantito”. Il Ministero richiama l’art. 34 della Costituzione, il quale enuncia l’obbligatorietà e la gratuità dell’istruzione, che l’attuale normativa estende fino ai primi tre anni della scuola secondaria superiore. Pertanto la contribuzione è del tutto volontaria, ha carattere di “erogazione liberale” e si auspica che le scuole la acquisiscano evitando “comportamenti vessatori e poco trasparenti”. Il Ministero condanna i dirigenti scolastici che sono giunti a rifiutare l’iscrizione a chi non paga: “subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo non solo è illegittimo, ma si configura, per i soggetti che sono responsabili della gestione, come una grave violazione dei propri doveri d’ufficio”. Il Ministero va giù pesante: “qualunque discriminazione ingiustificata a danno degli studenti…sia in termini di valutazione che disciplinari, risulterebbe del tutto illegittima e gravemente lesiva del diritto allo studio dei singoli”. I responsabili di tali comportamenti subiranno misure “anche di carattere sanzionatorio, in relazione alla gravità dei fatti contestati”. Segnaliamo questa circolare al consigliere d’istituto Gianfranco Scoppettone, che ha dichiarato: “Resta intesa l’esclusione di chi non paga il contributo volontario almeno dalle borse di studio e dalle attività esterne, dato che non ci sembra giusto che questi ragazzi… godano di quanto pagato dai loro compagni”. Se il consigliere non ce l’ha, può venire in redazione a ritirarne una copia. E’ importante anche la circolare precedente, la nota n. 312 del 20 marzo 2012. Oltre a sottolineare il carattere volontario della contribuzione, il Ministero chiarisce due punti: la destinazione della somma raccolta con il versamento del contributo, e le modalità da seguire nella richiesta alle famiglie. Circa la destinazione delle risorse, esse devono essere “indirizzate esclusivamente ad interventi di ampliamento dell’offerta culturale e formativa e non ad attività di funzionamento ordinario e amministrativo che hanno una ricaduta soltanto indiretta sull’azione educativa”. In altre parole, i contributi volontari non devono venire utilizzati per “lo svolgimento delle attività curriculari”. Né per finanziare le “gite scolastiche”, che gli studenti e le famiglie pagano già di tasca loro. Quanto al modo con il quale l’istituto deve chiedere il contributo, la circolare impone ai dirigenti due obblighi ispirati “ai criteri di trasparenza ed efficienza”: a) le famiglie devono essere preventivamente informate sulla destinazione dei contributi e sulle attività con essi finanziate, affinché possano decidere consapevolmente; b) alle famiglie, al termine dell’anno scolastico, andrà assicurata una rendicontazione chiara ed esaustiva della gestione dei contributi, dalla quale risulti “come sono state effettivamente spese le somme e quali benefici ne ha ricavato la comunità scolastica”. Immaginiamo che le famiglie ricevano a casa entrambi i documenti con la ripartizione dettagliata dell’utilizzo delle risorse. Con un po’ di fatica, abbiamo trovato sul sito del liceo la prevista distribuzione dei 120.000 euro che l’istituto conta di raccogliere dai circa 800 studenti per 150 euro ciascuno. Comprendiamo le difficoltà finanziarie in cui si dibattono le scuole. Tuttavia, in ossequio al principio di trasparenza invocato dal Ministero, ci chiediamo se siano finalizzate all’”ampliamento dell’offerta formativa e culturale” alcune spese che citiamo a titolo d’esempio: sicurezza 8.000 euro, progetto qualità accreditamento 7.000 euro, progetto dematerializzazione e gestione del sito 5.000 euro. Chissà che Scoppettone non dia un’occhiata…
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