Davide Bugli non si dimette da consigliere comunale ma viene sospeso dal Movimento 5 Stelle, in attesa della conclusione della vicenda giudiziaria in cui s’è ficcato un paio di settimane fa. Si risolve così, almeno per ora, il caso politico legato al consigliere comunale di Torrazza beccato con le mani nella marmellata al di là delle casse del centro commerciale Self di Settimo Torinese. Nelle aule giudiziarie Bugli dovrà difendersi dall’accusa di tentato furto di materiale elettrico, per lo più lampadine, per un valore di circa 100 euro. Nelle sale della politica, invece, il dibattito s’è fatto subito acceso, con il Movimento di Grillo investito da uno scandalo che ha imbarazzato base e vertici locali fino all’altro ieri. Si dimette, non si dimette? Bugli è stato chiaro fin da subito: “E’ stato tutto un equivoco che chiarirò nelle sedi opportune”, ha detto in queste settimane a spizzichi e bocconi, lasciando intendere che mai cederà lo scranno conquistato in Consiglio comunale a Torrazza solo la scorsa primavera. In tanti, però, non l’hanno pensata come lui. In rete il Movimento s’è diviso, con la componente più giustizialista che ha subito chiesto le dimissioni e una frangia garantista minoritaria che invece ha voluto prendere tempo. La risoluzione del caso sarebbe stata semplicissima, non fosse che lo statuto del Movimento non disciplina un’eventualità simile. Però l’etica e la moralità che contraddistinguono almeno a parole i grillini di tutto lo stivale avrebbero imposto una decisione netta: o con Bugli, o senza Bugli. Alla fine, dopo riunioni in quel di Torrazza, Chivasso e persino Torino, s’è giunti ad un compromesso: Bugli resterà in Consiglio, ma non rappresenterà più il Movimento fino alla conclusione della vicenda giudiziaria. Dopo di che, si vedrà. La decisione è stata annunciata venerdì da una nota stampa a firma dei consiglieri comunali e regionali del Movimento 5 Stelle della Città Metropolitana di Torino: “Pur volendo credere alla buona fede del Bugli, se è colpevole o innocente lo deciderà un tribunale e non il Movimento. Nell’attesa dell’esito giudiziario, abbiamo chiesto allo staff di Beppe Grillo di sospendere il consigliere, con effetto immediato, dal Movimento 5 Stelle fino all'esito del processo. La sospensione prevede il divieto di parlare a nome del Movimento e di utilizzare il simbolo, per cui ogni altra dichiarazione o attività esercitata da Davide Bugli sin da oggi sarà a titolo personale”. Aggiungendo poi che se il caso si risolverà in un’assoluzione, allora Bugli sarà subito reintegrato. Avrebbero però preferito una soluzione più tranchant i 5 Stelle torrazzesi. Qualche giorno prima Piersaverio Marra, Carmelo Giudice, Fabio Cavallari, Claudio Cambursano, Fabio Gambella e Luigi Folletti avevano firmato un documento con cui chiedevano le dimissioni dalla carica di consigliere comunale del loro capogruppo. “[...] Il consigliere Davide Bugli dovrebbe accettare e sottostare alla richiesta pervenuta dalla base di rassegnare le dimissioni - hanno scritto i sei -. Tale richiesta scaturisce dalle votazioni avvenute nelle giornate dell’8, 9 e 10 marzo nelle quali è stato richiesto il parere degli ex candidati e degli attivisti di Torrazza. Su dodici interpellati hanno risposto in otto: due non hanno espresso un voto, sei hanno votato per le dimissioni, nessuno ha votato contro”. La sfiducia, scrivono i firmatari del documento, deriverebbe oltre che dall’attuale vicenda, anche “dalla gestione della politica locale svolta finora: nella maggior parte dei casi le sue iniziative politiche e le sue dichiarazioni ai mezzi di stampa non sono state il risultato di un sereno confronto con la base e non sono in linea con il pensiero dei sottoscritti”. Il caso Bugli ha infine avuto un’appendice in Consiglio sabato mattina, quando sono state presentate dalla maggioranza due mozioni di censura nei suoi confronti. Entrambe, sono state votate all’unanimità e verranno inviate al Prefetto di Torino per le valutazioni del caso.
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