Il secolo dei Lumi I più maligni l'avrebbero etichettato come oscurantismo politico. La seduta straordinaria del consiglio comunale di sabato mattina che l'opposizione aveva chiesto sul tema "sicurezza" è saltata. Come la luce, che da giovedì nel centro storico va e viene senza tregua. E appunto sabato mattina erano tutti al buio nel palazzo comunale, e la maggioranza impossibilitata a risolvere il problema (le sedute del consiglio devono essere obbligatoriamente registrate) ha deciso di far mancare il numero legale, obbligando al rinvio. "Non è mai successa nella storia di Leini una cosa del genere, l'Amministrazione chieda scusa ai cittadini - commenta il consigliere di minoranza Gianfranco Brugiafreddo -. Sono qui da nove mesi e non riescono a tenere il numero legale su tematiche così importanti. Si stanno accumulando una serie di problemi, non viene fatta neanche più l'ordinaria amministrazione, non c'è rispetto per l'opposizione e per i leinicesi". Dimissioni, generatori elettrici e candele. Già, l'opposizione. Quella che sabato si è sentita presa per i fondelli come non mai. Quella di Silvano Riva ("Lo sapevano che c'era questo problema, potevano portare un generatore"). O quella di Carmela Masi: "Dimettetevi, fate un piacere a Leini- ha detto rivolgendosi alla maggioranza - Non avete risolto il problema della luce che abbiamo da giorni, e ci sono andati di mezzo anche alcuni cittadini, senza riscaldamento per una giornata. Il consiglio che vi abbiamo chiesto dovevate convocarlo entro venti giorni, avete aspettato il diciannovesimo. Bastava svegliarsi prima, non ci sarebbero stati imprevisti. Oppure facevamo il consiglio al buio, avrebbe verbalizzato il segretario comunale”. E poi ancora: “Oggi il numero legale ci sarebbe potuto essere, ma siete usciti dalla sala, una cosa inaudita. Spegnete le luci e accendete le candele. Torniamo all'Ottocento che forse è meglio". Insomma, il retropensiero dell'opposizione è chiaro: la maggioranza ha boicottato il consiglio. “In nove mesi non hanno fatto nulla - ha poi sbottato la Masi - La figura peggiore l’ha fatta il sindaco, dimostrando totale strafottenza nei confronti della cittadinanza giunta in sala. Sono politicamente incompetenti, a cominciare dal segretario comunale”. "Altro che democrazia, questa è la dittatura dei campi di concentramento". Rimaneva un problema: decidere a quando aggiornare la seduta. I capigruppo e il presidente del consiglio comunale Francesco Lamberti si sono riuniti per mettersi d'accordo: Il Pd voleva spostarla a mercoledì, Lamberti, dopo le consultazioni, ha optato per venerdì sera. "Ma cosa ci chiedete a fare, se poi fate come volete? - ha gridato Masi in sala- Questa è dittatura non democrazia, siamo nei campi di concentramento". "Il presidente consulta i capigruppo ma poi, da regolamento, decide cosa fare - spiega il capogruppo della maggioranza Renzo Marcato -. Lo ha confermato anche il segretario comunale. Tre capigruppo erano favorevoli a fare il consiglio venerdì, due mercoledì, allora Lamberti ha scelto venerdì sera". Un amore ormai spento Poi, dopo il rompete le righe, quando quasi tutti i consiglieri erano già usciti in piazza, il colpo di scena. Esce Lamberti e rincorre i colleghi: "Abbiamo cambiato idea, il consiglio sarà mercoledì sera alle 20". Piccata e polemica la replica di Brugia: "E per quale motivo?". A questo punto il presidente perde il suo aplomb. "Ma tu chi cazzo ti credi di essere?"- sbotta Lamberti con Brugia, spiegando che venerdì le istituzioni saranno impegnate nella serata di ricordo delle Foibe. "Hai ragione, io di fronte a te sono nulla, mi sento piccolissimo" replica Brugia a quello che, fino a due anni fa, era suo compagno di lista.
manuel.giacometto@gmail.com
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