Settimana decisiva per i trentacinque dipendenti del Mercatone Uno di Brandizzo. Scadranno infatti oggi i termini per la presentazione di un piano di salvataggio per la catena di punti vendita del settore dell’arredamento famosa in tutta Italia. Se entro quella data l’azienda emiliana non troverà acquirenti disposti a farsi carico dei debiti accumulati nel corso degli anni a causa del consistente crollo dei consumi, il fallimento sarà un fatto inevitabile. Le conseguenze saranno la chiusura dei 79 negozi e il licenziamento dei 3.700 dipendenti di tutta Italia. Anche a Brandizzo, quindi, la situazione è piuttosto critica. La stessa Antonella Argentini, referente del sindacato Filcams Cgil – federazione italiana dei lavoratori nei settori di commercio, alberghi, mense e servizi – e dipendente nello stabilimento di via Torino, aveva lanciato un appello alle istituzioni locali: “Da fine maggio i nostri stipendi sono congelati, guadagniamo solo un terzo di quello che ci spetterebbe. Intanto non sappiamo più che pesci prendere, non sappiamo più che cosa dire ai clienti… ci sentiamo soli e abbiamo bisogno di sapere che cosa ne sarà del nostro futuro”, dichiarava una settimana fa al nostro giornale. Ma se la situazione dovesse risolversi con la peggiore delle ipotesi, oltre ad avere intere famiglie catapultate di punto in bianco nella povertà, a rimetterci sarebbe l’intera città. Con la diminuzione dei passaggi di chi abitualmente si recava al Mercatone, Brandizzo si troverebbe economicamente molto più povera. E tra coloro che hanno manifestato la propria solidarietà nei confronti dei dipendenti del punto vendita, compaiono anche le forze politiche brandizzesi. Tra queste, il primo cittadino Roberto Buscaglia. Il sindaco, ancora incredulo per la notizia, sostiene infatti di aver allertato l’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero: “Solo qualche giorno fa sono riuscito a mettermi in contatto con l’assessore regionale per parlare della questione - ha commentato -. Mi ha riferito che in Regione non sono ancora pervenuti degli allertamenti formali. In ogni caso abbiamo deciso di valutare insieme se, a livello regionale e dal punto di vita dell’amministrazione comunale, sia possibile mettere in atto delle azioni per cercare di trovare una soluzione”. “Al momento - conclude Buscaglia - anche noi siamo in attesa di risposte”.
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