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04 Ottobre 2013 - 12:41
Aereoporto Caselle Sandro Pertini
Nel giro di una settimana Alitalia è passata dalla prospettiva di abbandonare lo scalo di Caselle alla repentina conferma di tutti i voli e ad un loro incremento. Il cambio di rotta è avvenuto dopo un faccia a faccia tra i rappresentanti Sagat, società di gestione dello scalo partecipata dalla Regione, ed i vertici della compagnia aerea. Cosa è successo in quell'incontro? Ma soprattutto, il probabile accordo economico tra Sagat ed Alitalia, a quanto ammonta? Domande che ho posto alla Giunta regionale del Piemonte in occasione dell'assemblea regionale svoltasi la scorsa settimana. Ebbene non è stata fornita alcuna risposta, pur ammettendo implicitamente che una qualche transazione economica tra Sagat ed Alitalia c'è pur stata. Se così stanno le cose non mi sembra una gran vittoria. Nè per il gestore, né per la Regione e nemmeno per i cittadini piemontesi. Ma solo ed esclusivamente per quella che una volta era la compagnia di bandiera. A questo punto mi domando se sia utile per i Piemontesi, e dignitoso per la stessa politica piemontese, continuare a rincorrere affannosamente il carrozzone di Alitalia, un'azienda ormai completamente drogata di sovvenzioni pubbliche. A mio avviso, al contrario, sarebbe di gran lunga più vantaggioso effettuare una gara d'appalto mettendo in competizione tutti i vettori interessati all'aeroporto di Caselle. Ed affidando i servizi a coloro che offrono le garanzie migliori per la mobilità dei piemontesi ed anche per chi vuole raggiungere la nostra regione. La nuova sfida, come insegnano le felici esperienze degli scali di Bergamo e Bologna, sta tutta nel differenziare l'offerta. Senza sposare in toto il segmento business e nemmeno quello low cost. Si dovrebbe creare un giusto mix di offerta che sappia intercettare tutte le esigenze di mobilità di un bacino urbano che è sicuramente tra i più grandi del nostro paese. Servirebbe inoltre al più presto un nuovo piano industriale, che a Caselle manca ormai da troppi anni. Sono necessarie, in buona sostanza, nuove rotte (in prevalenza nazionali). Ma queste dovrebbero arrivare solo attraverso una sana competizione tra i vettori interessati allo scalo di Caselle.
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