E' prevista nel pomeriggio, a Biella, l'udienza di convalida dell'arresto di Dimitri Fricani, il trentenne che dopo oltre un mese ha confessato di avere ucciso a coltellate la fidanzata Erika Petri durante una vacanza in Sardegna. Sarà poi il procuratore di Nuoro, Andrea Garau, titolare dell'inchiesta sull'omicidio a decidere l'eventuale trasferimento del trentenne in un carcere della Sardegna per poterlo sentire. I legali dell'uomo, Alessandra Guarini e Roberto Onida, valuteranno se chiedere il rito abbreviato, che prevede uno sconto della pena, o se affrontare il processo in Corte d'Assise. Non c'è nessuna richiesta, al momento, da parte del procuratore di Nuoro Andrea Garau di trasferimento di Dimitri Fricano nel carcere nuorese di Badu 'e Carros. Richiesta alla quale i difensori del giovane reo confesso, Alessandra Guarini e Roberto Onida, si opporrebbero, anche per le "particolari" condizioni di salute dell'indagato, per cui verranno chiesti i domiciliari. "I detenuti devono stare nella regione di appartenenza per stare più vicini ai familiari - ha detto all'ANSA l'avvocata Guarini - chiederemo al più presto la misura cautelare degli arresti domiciliari in quanto riteniamo che le condizioni psicologiche e le diverse problematiche di Dimitri, che assume diversi farmaci, siano incompatibili con la detenzione in carcere". La confessione per Dimitri Fricano è arrivata a oltre un mese dall'omicidio, prima di allora il giovane aveva sempre sostenuto la tesi della aggressione per rapina. "Il movente non sono state certamente le briciole di pane - precisa l'avvocata Guarini - quella è stata la miccia che ha acceso la lite, ma il movente è più ampio e profondo. Le briciole di pane sono state l'ennesimo rimprovero a Dimitri in un contesto di disagio che il giovane ha maturato nel tempo. Aspetti di cui non si può dire di più ma che saranno chiariti a processo". Nel convincere Dimitri alla confessione un ruolo importante lo avrebbe avuto anche l'ex comandante nazionale del Ris Luciano Garofano, che insieme a un team di esperti, su incarico dei difensori di Dimitri, dalle accertamenti tecnici svolti nella villetta a San Teodoro avrebbe raccolto elementi che incastravano il trentenne biellese.
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