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29 Novembre 2018 - 11:05
I carabinieri di Corio avevano salvata la cavalla Jasmine dai maltrattamenti
La storia di Jasmine, la cavalla maltrattata da tempo e salvata dai carabinieri a Corio solo due mesi fa, aveva commosso tutti.
Ma quelle lacrime di gioia per la sua liberazione e per l’inizio della sua nuova vita si sono tramutate in lacrime di disperazione. In settimana Jasime è morta a Barbania, nel rifugio “La casa del Cane Vagabondo”.
“È morta perché ha vissuto una vita decente per soli due mesi. Ha subito maltrattamenti per anni - precisano i gestori del rifugio attraversola loro pagina Facebook - È morta per l’indifferenza di tutti coloro che per questi anni si sono girati dall’altra parte. In questi due mesi ha vissuto in paradiso. Aveva cibo, un riparo sulla testa, amici e cure. Ma non è bastato. Perché forse bisognava fare di più, ma noi come rifugio non abbiamo potuto, perché non abbiamo abbastanza fondi. Ma abbiamo fatto tutto ciò che potevamo”.
La cavalla, di razza arabo-spagnola, era arrivata a settembre con due vertebre rotte, un versamento interno. E, come se non bastasse, anche un gravissimo stato di malnutrizione. Con lei anche sette cuccioli di cane, che si trovavano in quel box, ricavato all’interno di un deposito, a Corio, dentro ad un cascinale.
Nei guai era finita una donna di 34 anni, residente a Corio e di professione agricoltore: per lei l’accusa è di maltrattamento d’animali.
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