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06 Ottobre 2014 - 15:48
Andrea Orlando
"Il grave fenomeno del traffico di migranti nel Mediterraneo richiede una ferma e sistematica azione di contrasto, da conseguirsi prima di tutto attraverso una leale e costruttiva cooperazione giudiziaria e di polizia tra le Autorità dei Paesi coinvolti dalle rotte di questo disumano traffico illegale". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, a Vienna per la VII Conferenza degli Stati Parte della Convenzione delle Nazioni Unite sul crimine organizzato transnazionale.
"E' necessario - ha rilevato il ministro - allargare lo spettro della nostra cooperazione, a cominciare da un maggiore scambio di informazioni e dati tra le Autorità Giudiziarie e di polizia; nonché rafforzare i sistemi giudiziari di tutti i Paesi del Mediterraneo e dell'Africa subsahariana". Orlando ha sottolineato che "la migliore base giuridica in questo contesto" è rappresentata dall'Untoc", la Convenzione Onu contro la Criminalità Organizzata Transnazionale sottoscritta a Palermo nel dicembre 2000. "Siamo altrettanto convinti - ha aggiunto - che l'Unodc", ossia l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, "nel suo ruolo di Segretariato della Convenzione, svolga un ruolo fondamentale per la lotta al traffico di migranti, anche tramite le iniziative di assistenza tecnica".
"Avvertiamo però l'urgenza - ha rimarcato Orlando - di progredire verso una efficace revisione dell'attuazione della Convenzione di Palermo e dei suoi tre Protocolli. Ad oltre dieci anni dall'entrata in vigore dell'Untoc, manca purtroppo un quadro completo delle sfide e delle difficoltà da affrontare, che continuano ad ostacolare la piena applicazione, a livello nazionale e regionale, di questi strumenti giuridici. In questo quadro, invito caldamente tutti gli Stati Membri a considerare con favore e senso di responsabilità le proposte avanzate dal nostro Paese per individuare possibili soluzioni, ispirate al pragmatismo ed al buon senso".
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