Gli analisti di Mediobanca scommettono sulla Ferrari e alzano da 8,1 a 10,5 euro il 'prezzo obiettivo' di Fiat. Il titolo del Lingotto, in una seduta negativa, registra un balzo del 3% a 8 euro ma poi rallenta e chiude comunque in controtendenza con un +0,71% a 7,83 euro. Sotto pressione Cnh (-2,49%), oggetto di un taglio a 'neutral' della raccomandazione di Piazzetta Cuccia, che colloca un bond da 700 milioni raccogliendo ordini oltre 2 volte l'offerta. L'amministratore delegato Sergio Marchionne è in Usa, dove si prepara a ricevere il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che venerdì visiterà la sede di Auburn Hills di Fiat Chrysler Automobiles. Un appuntamento in agenda da fine luglio, quando i vertici Fiat hanno presentato a Palazzo Chigi la Renegade, prima Jeep prodotta fuori dagli Usa, in Italia, nello stabilimento di Melfi. Nella stessa fabbrica si produrrà l'altro minisuv, la 500X che sarà presentata in anteprima mondiale al Salone di Parigi la prossima settimana. "Sarebbe importante che, oltre ai successi di Chrysler, si discutesse di quali sono le nuove produzioni di Fiat nel nostro Paese", dice la leader della Cgil Susanna Camusso, a proposito della visita di Renzi a Detroit. A spingere Mediobanca a migliorare il giudizio su Fiat è l'aumento delle stime sulla Ferrari, con un possibile incremento delle vendite da 7 a 10.000 entro il 2018 e "l'idea che un aumento di capitale sarebbe apprezzato dal mercato". Con una ricapitalizzazione e l'ipo della Rossa (un "blue sky scenario"), il valore dell'azione - secondo gli analisti di piazzetta Cuccia - potrebbe addirittura raddoppiare a 15,1 euro. Per Mediobanca ci sono "poche chance" che Exor sottoscriva pro-quota l'aumento: in quanto "il sistema di voto doppio", grazie allo spostamento della sede di Fca in Olanda, dà "maggiore flessibilità" alla holding. Con una struttura "sostenibile" (-5 miliardi di euro di debito industriale netto, -750 milioni di oneri finanziari e un rapporto di 0,5 volte tra il debito e l'ebitda), gli utili potrebbero attestarsi tra i 2,2 miliardi nel 2015 e i 2,7 miliardi nel 2016. Dal punto di vista industriale "con una posizione competitiva molto buona" negli Usa, in America Latina e nel segmento 'premium', un "business piccolo ma in crescita in Asia" e una situazione "debole" in Europa, Fiat non è messa "né meglio né peggio dei suoi concorrenti". Duro con la Fiat l'ex ministro Corrado Passera: "Marchionne - dice - sputtana l'Italia per coprire la ritirata, per giustificare gli impegni che non ha rispettato e i cattivi risultati di Fiat auto. Marchionne complessivamente fa male all'Italia".
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