La Torcia olimpica sta per arrivare in Piemonte e, con lei, un carico di memoria, simboli e volti che raccontano molto più di una semplice staffetta. Dal 10 al 14 gennaio, nei cinque giorni che precederanno l’ingresso nei territori direttamente coinvolti dai Giochi, il Piemonte sarà attraversato dalla fiamma di Milano Cortina 2026, in un viaggio che unirà sport, storie personali e un inevitabile richiamo emotivo a ciò che Torino visse vent’anni fa, alla vigilia delle Olimpiadi invernali del 2006.
Allora la città scese in strada in massa, trasformando l’arrivo della torcia in una festa collettiva lunga chilometri, due giorni di entusiasmo continuo, bandiere, applausi e volti illuminati dalla fiamma. Oggi il contesto è diverso, ma il valore simbolico resta intatto. E anche questa volta, accanto a cittadini comuni, a portare la torcia ci saranno tedofori Vip, in gran parte sportivi, capaci di rappresentare eccellenza, sacrificio e resilienza, ma anche di parlare a pubblici diversi.
Tra questi nomi spicca quello di Francesco “Pecco” Bagnaia, campione del mondo MotoGP e orgoglio di Chivasso, la città dove tutto è cominciato. La sua presenza tra i tedofori non è solo un riconoscimento sportivo, ma un passaggio fortemente simbolico. Bagnaia incarna l’idea di uno sport moderno che nasce nei territori, cresce nelle periferie dell’eccellenza e arriva ai vertici mondiali senza perdere il legame con le proprie radici. Vederlo portare la fiamma proprio nei luoghi in cui è cresciuto, davanti a una comunità che lo ha visto ragazzo prima ancora che campione, restituisce il senso più autentico dello spirito olimpico.
Il viaggio della torcia in Piemonte inizierà il 10 gennaio a Cuneo, al termine di una tappa partita da Savona. Qui la fiamma sarà affidata a figure che raccontano lo sport italiano in declinazioni diverse, dalla marcia all’atletica, passando per il motociclismo. È l’inizio di un percorso che non è solo geografico, ma narrativo: ogni tedoforo porta con sé una storia, un frammento di Paese.
Il giorno successivo la torcia partirà da Bra e, attraversando Alba, Asti e Moncalieri, arriverà a Torino. È in questa giornata che il pubblico torinese ritroverà uno dei suoi figli più celebri, Pecco Bagnaia, insieme ad altri protagonisti dello sport e dello spettacolo. Accanto al campione MotoGP ci saranno, tra gli altri, la pallavolista Marina Lubian, la nuotatrice Carlotta Gilli, atleta simbolo dello sport paralimpico italiano, e il comico Federico Basso, a dimostrazione di come la staffetta olimpica voglia parlare non solo agli appassionati di sport, ma a un pubblico più ampio, trasversale.
Per Bagnaia, quel tratto piemontese ha un valore speciale. Non è solo una tappa del percorso olimpico, ma un ritorno alle origini, un cerchio che si chiude. Dal kartodromo alle piste mondiali, fino alla torcia olimpica: la sua parabola racconta cosa significhi trasformare il talento in disciplina e la passione in lavoro quotidiano. Il suo nome, accostato a quello delle Olimpiadi invernali, diventa così il simbolo di uno sport italiano che sa dialogare tra discipline diverse, unendo motori, neve, pista e strada sotto lo stesso ideale.

Simona Ventura nel 2006 è stata tedofora a Chivasso
Il 12 gennaio la torcia ripartirà da Rivoli per dirigersi verso la Valle d’Aosta, passando da Venaria Reale, Settimo Torinese e Chivasso. Proprio qui il passaggio assume un valore emotivo ancora più forte per Bagnaia, anche se non sarà lui a portare fisicamente la fiamma in questa tratta. A farlo saranno atleti che rappresentano altre storie potenti, come Andrea Macrì, atleta paralimpico sopravvissuto al crollo del Darwin, simbolo di una rinascita costruita sulla forza mentale prima ancora che fisica. Accanto a lui, i fondisti Federico Pellegrino e Arianna Follis, la calciatrice Cristiana Girelli, capitana della Nazionale, e il commissario tecnico Andrea Soncin.
Il giorno successivo, il 13 gennaio, la torcia tornerà in provincia di Torino, partendo da Ivrea e attraversando Biella, Vercelli e Casale Monferrato, prima di arrivare a Novara. Anche qui il racconto si allarga, intrecciando sport, cultura e musica, con la presenza di atleti paralimpici, artisti e campioni della neve come Francesca Marsaglia. È una tappa che restituisce l’immagine di un Piemonte diffuso, fatto di città medie e territori spesso lontani dai grandi riflettori, ma centrali nella costruzione dell’identità olimpica.
Il viaggio piemontese della torcia si concluderà il 14 gennaio, con una tappa che da Borgomanero porterà la fiamma fino a Varese, passando per il Lago Maggiore. Qui, tra gli ultimi tedofori, ci saranno figure molto note al grande pubblico, come Massimiliano Allegri, ex allenatore della Juventus, e Andrea Meneghin, ex cestista e simbolo del basket italiano, insieme ad atleti paralimpici che rappresentano uno dei cuori più autentici del progetto olimpico contemporaneo.
In questo mosaico di nomi e percorsi, la figura di Pecco Bagnaia resta centrale. Non solo per la sua popolarità o per i titoli mondiali conquistati, ma per ciò che rappresenta in questo momento storico: uno sportivo capace di parlare ai giovani, di incarnare il successo senza ostentazione e di restare legato alla propria terra. La sua presenza tra i tedofori Vip di Milano Cortina 2026 è un segnale preciso: le Olimpiadi non sono solo l’evento che verrà, ma anche il racconto di ciò che l’Italia è stata e di ciò che vuole continuare a essere.
Quando la torcia attraverserà Torino e il Piemonte, non porterà soltanto una fiamma. Porterà con sé storie di rinascita, eccellenza, impegno e memoria, legando idealmente il passato di Torino 2006 al futuro di Milano Cortina 2026. E in mezzo, a fare da ponte tra generazioni e discipline, ci sarà anche un ragazzo di Chivasso diventato campione del mondo, chiamato a portare, almeno per un tratto, il peso e l’onore di quel fuoco.