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Rivarossa, il trasporto sociale rischia il rallentamento: servono nuovi autisti per il trasporto sociale

Il Comune cerca volontari autisti per il trasporto sociale: richieste in aumento, anziani in difficoltà, appello anche su Facebook

Rivarossa, un volante per la comunità: il Comune chiama nuovi autisti volontari

Rivarossa, il trasporto sociale rischia il rallentamento: servono nuovi autisti per il trasporto sociale

A Rivarossa il trasporto sociale continua a muoversi ogni giorno lungo strade che portano a ospedali, ambulatori e centri medici, accompagnando anziani e persone fragili che altrimenti resterebbero ferme. Un servizio silenzioso, poco visibile, ma decisivo. Oggi però quel meccanismo mostra segni di affanno: le richieste aumentano, le risposte rischiano di non bastare, e il Comune di Rivarossa lancia un appello che è insieme pratico e politico, perché riguarda il modo in cui una comunità decide se reggere o meno il peso delle proprie fragilità.

Nelle ultime settimane le domande di accompagnamento sono cresciute in modo costante. A chiederle sono soprattutto anziani soli e cittadini in difficoltà, persone senza una rete familiare solida e senza alternative di mobilità per raggiungere le strutture sanitarie. Il servizio esiste, funziona, ma oggi è sotto pressione. Gli autisti volontari attualmente disponibili non riescono più a coprire tutte le richieste, e il rischio è che qualcuno resti indietro, che una visita venga rinviata, che una terapia salti per mancanza di un passaggio.

Per questo l’amministrazione comunale di Rivarossa ha deciso di rendere pubblico l’appello. Serve tempo, serve disponibilità, serve qualcuno disposto a mettersi al volante. Non a tempo pieno, non per forza ogni giorno: anche poche ore possono alleggerire un calendario che si fa sempre più fitto. L’invito è rivolto a chi ha una patente e la volontà di offrire un aiuto concreto. Il municipio resta il punto di riferimento diretto, ma l’appello è stato rilanciato anche attraverso la pagina Facebook del Comune, nel tentativo di intercettare una platea più ampia e ricordare che il volontariato non è un gesto astratto, ma una risposta pratica a un bisogno reale.

Dal palazzo civico il messaggio è chiaro e senza mediazioni: “Rivolgiamo un accorato appello ai cittadini di buona volontà che desiderano dare una mano per il servizio di trasporto sociale del Comune di Rivarossa a vantaggio delle persone più fragili. Basta fare una telefonata in municipio. Doriano, Pierpaolo, Piero e Remigio vi aspettano con le braccia aperte”. Una chiamata che ha nomi e volti precisi, e che racconta quanto questo servizio sia fatto prima di tutto di persone, non di sigle.

Il trasporto sociale non è solo un’auto che arriva sotto casa. È un passaggio che collega la fragilità ai servizi essenziali, un ponte che permette di non rinunciare a controlli, cure e terapie. Dove mancano alternative, diventa una forma concreta di equità, perché garantisce il diritto alla salute anche a chi non ha mezzi, tempo o sostegni familiari. Quando questo ingranaggio rallenta, l’effetto non è teorico: si traduce in attese più lunghe e in rinunce forzate.

Mettersi a disposizione non richiede competenze specialistiche, ma affidabilità, attenzione e senso di responsabilità. È un impegno alla portata di molti, che trasforma un gesto semplice in un beneficio collettivo. Più volontari significano turni più leggeri, maggiore copertura e un servizio capace di reggere anche nei periodi di maggiore pressione.

La chiamata lanciata dal Comune di Rivarossa è anche un test di coesione sociale. La rete di volontariato locale, costruita negli anni, può allargarsi ancora oppure chiudersi su se stessa. L’appello nominativo a Doriano, Pierpaolo, Piero e Remigio rende evidente che dietro il servizio ci sono persone che già fanno la loro parte. Ora la domanda è se la comunità sceglierà di rispondere. Perché, in questo caso, un piccolo impegno individuale può fare la differenza tra un servizio che resiste e uno che si ferma.

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