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Plumcake scaduti in vendita al Carrefour di Grugliasco. Non c'è il due senza il tre

Terzo acquisto, terza prova, stessi prodotti scaduti sugli scaffali. Dopo la denuncia pubblica non cambia nulla: il calendario si ferma al 23 dicembre e la “Sfida Zero Sprechi” diventa una sfida alle regole

Plumcake scaduti in vendita al Carrefour di Grugliasco. Non c'è il due senza il tre

Plumcake scaduti in vendita al Carrefour di Grugliasco. Non c'è il due senza il tre

C’è una legge non scritta che vale un po’ ovunque, tranne – a quanto pare – tra gli scaffali del Carrefour di Grugliasco, centro commerciale Le Gru: non c’è il due senza il tre. E infatti il tre è arrivato. Puntuale. Come le scadenze che, invece, lì sembrano tutto fuorché vincolanti.

Ieri avevamo raccontato una storia semplice, lineare, documentata. Un cittadino entra al supermercato, trova dei plumcake Mulino Bianco in promozione, accompagnati da un cartello rassicurante: “prossimi alla scadenza”. Peccato che quella scadenza fosse già passata. 23 dicembre. Data impressa sulla confezione, non su un foglietto volante, non scritta a matita: stampata, chiara, inequivocabile.

QUI LA STORIA

Il cittadino torna il giorno dopo. Stessa scena. Stessi prodotti. Stessa data. Segnala. Mostra. Spiega. Riceve in cambio una risposta che ormai potremmo brevettare come protocollo ufficiale della spalluccia: “Può capitare”.

E già lì, diciamolo, “può capitare” aveva il sapore amaro dell’alibi.

Oggi, però, la storia fa il salto di qualità. Perché il cittadino torna per la terza volta. Non per accanimento, non per provocazione, ma per una domanda di civiltà minima: li avranno tolti, adesso?
Risposta: no.

I plumcake sono ancora lì. In vendita. Tranquilli. Immobili nel tempo. Come se il calendario fosse un accessorio facoltativo e il 23 dicembre fosse una data decorativa, buona giusto per riempire un angolo della confezione.

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A questo punto il cittadino fa ciò che ormai gli riesce meglio: li compra di nuovo. Terzo scontrino. Terza prova. Terza conferma che non siamo davanti a un errore isolato, ma a una abitudine. Perché l’errore capita una volta. La disattenzione due. Alla terza, si chiama altro. E quel “altro” ha a che fare con l’organizzazione, i controlli, la responsabilità.

Nel frattempo, sugli scaffali campeggia l’orgogliosa iniziativa “Sfida Zero Sprechi”. Un’iniziativa nobile, sacrosanta, giusta. Peccato che qualcuno sembri averla tradotta così: finché qualcuno paga, va bene tutto. Un’interpretazione creativa che, però, ha un piccolo difetto: non è consentita dalla legge.

Perché la data di scadenza non è un consiglio, non è un’opinione, non è una suggestione emotiva. È un limite oltre il quale il prodotto non può essere venduto. Punto. Sconto o non sconto. Cartello gentile o no. Mulino Bianco o marca sconosciuta.

E allora la domanda non è più se quei plumcake siano buoni o cattivi. La domanda è un’altra, molto più seria: cosa succede quando una segnalazione documentata viene ignorata?
Cosa succede quando, dopo una denuncia pubblica, nulla cambia?
Cosa succede quando, alla terza prova, lo scaffale è identico alla prima?

Succede che la fiducia evapora. Succede che il cliente smette di essere un cliente e diventa un problema da minimizzare. Succede che il rispetto per chi compra viene sacrificato sull’altare della routine.

Le fotografie parlano. Gli scontrini parlano. Le date parlano. Qui non c’è spazio per interpretazioni fantasiose o per la solita frase “stiamo verificando”. Qui la verifica è già stata fatta. Tre volte.

E allora, più che una “Sfida Zero Sprechi”, forse al Carrefour di Grugliasco servirebbe una Sfida Zero Scadenze Scadute. O, se vogliamo essere ancora più basici, una Sfida Zero Finta Normalità.

Perché vendere prodotti scaduti non è una svista.
Ignorare una segnalazione è una scelta.
E ripetere tutto per la terza volta non è più un incidente: è un messaggio.

E il messaggio, purtroppo, è chiarissimo.

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