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Brioche in offerta ma scadute al Carrefour di Le Gru a Grugliasco. Ecco le prove

Due acquisti in due giorni diversi, stesso risultato: brioche scadute, vendute come “prossime alla scadenza”. Alla segnalazione, una scrollata di spalle. Le foto e gli scontrini parlano chiaro.

Biscotti in offerta ma scaduti al Carrefour di  Le Gru a Grugliasco. Ecco le prove

Biscotti in offerta ma scaduti al Carrefour di Le Gru a Grugliasco. Ecco le prove

Succede così, senza colpi di scena ma con una discreta dose di faccia tosta. Sabato, centro commerciale Le Gru, reparto supermercato Carrefour. Un cittadino fa la spesa come tanti altri, nota un’offerta accattivante: plumcake del Mulino Bianco in promozione, con tanto di cartello rassicurante che recita: “Gentile cliente, la informiamo che il prodotto che sta acquistando è prossimo alla scadenza”. Traduzione simultanea per il consumatore medio: ok, scade a breve, ma non è scaduto.

Peccato che la realtà sia un filo più ostinata delle comunicazioni aziendali. Il plumcake acquistato sabato risulta già scaduto il 23 dicembre. Non “prossimo”, non “quasi”, non “ci stiamo lavorando”: scaduto. Data impressa sulla confezione, nitida come una sentenza.

Il cittadino, che evidentemente ama le seconde possibilità (o forse ha solo finito la colazione), torna la domenica. Stesso punto vendita, stessa categoria di prodotto: stesse brioche, anche queste in vendita come se nulla fosse. E anche queste — sorpresa delle sorprese — con scadenza 23 dicembre. Il calendario, nel frattempo, segna il 28.

A quel punto il cittadino segnala la cosa. Mostra la confezione. Indica la data. Fa notare che “prossimo alla scadenza” e “scaduto da cinque giorni” non sono esattamente sinonimi.
La risposta? Una scrollata di spalle. Letterale. Nessuna verifica immediata, nessuna corsa allo scaffale, nessun “controlliamo subito”. Solo quel gesto universale che, tradotto, suona più o meno così: “Può capitare”. Certo. Come può capitare di vendere il latte acido o il pane ammuffito, se si smette di guardare le etichette.

Nel frattempo, sugli scaffali campeggia orgogliosa l’iniziativa “Sfida Zero Sprechi”. Che, a quanto pare, non consiste nel ritirare i prodotti scaduti, ma nel fare finta che la scadenza sia un’opinione. Una specie di filosofia relativista applicata alla pasticceria industriale.

Ora, vale la pena ricordarlo, al netto dell’ironia: vendere prodotti scaduti non è una leggerezza, né una semplice dimenticanza da magazzino. È una violazione delle norme sulla sicurezza alimentare. Un supermercato che mette in vendita alimenti oltre la data di scadenza può incorrere in sanzioni amministrative, nel ritiro immediato dei prodotti, in controlli da parte dell’ASL o dei NAS e, nei casi più gravi — soprattutto se il consumo provoca danni alla salute — anche in responsabilità penali. Altro che cartello gentile.

Perché la data di scadenza, piaccia o no, non è un suggerimento poetico, ma un limite preciso oltre il quale il prodotto non dovrebbe stare sullo scaffale, sconto o non sconto. E poco importa che si tratti di un plumcake e non di carne cruda: la regola vale per tutti, grandi marchi compresi.

Le fotografie parlano chiaro. Le date sono leggibili. Gli scontrini confermano giorno e ora dell’acquisto. Non è un episodio isolato pescato a caso, ma due acquisti distinti, in due giorni diversi, con prodotti già scaduti e tranquillamente venduti.

Insomma, tra promozioni ammiccanti, cartelli rassicuranti e spallucce di circostanza, a Le Gru qualcuno sembra aver perso di vista un dettaglio fondamentale: il rispetto per chi compra. Perché combattere lo spreco è una cosa sacrosanta. Vendere cibo scaduto fingendo che sia “solo un po’ in ritardo” lo è un po’ meno.

E forse, più che una “Sfida Zero Sprechi”, qui servirebbe una Sfida Zero Spallucce. E magari anche Zero Prodotti Scaduti sugli Scaffali. Che, per un supermercato, dovrebbe essere il minimo sindacale.

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