Cerca

Attualità

Bagnaia travolto dai Marquez e scaricato da Ducati, il fallimento che può salvare il Mondiale 2026

Un 2025 disastroso, il box che scricchiola e un campione costretto a ripartire dal fondo

Bagnaia

Bagnaia

Il 2025 verrà ricordato come l’anno più difficile della carriera di Pecco Bagnaia, una stagione iniziata male rispetto alle aspettative e finita peggio di quanto potesse immaginare qualunque pilota della MotoGP. Un anno in cui il tre volte campione del mondo ha visto il proprio box trasformarsi in un terreno instabile, il compagno di squadra dominare, il cognome Marquez moltiplicarsi davanti a lui in classifica e il rapporto con Ducati incrinarsi come mai prima. Il paradosso, però, è che proprio questo scenario rappresenta forse la migliore notizia possibile in vista del Mondiale 2026.

Bagnaia arrivava da una stagione complessa ma tutt’altro che fallimentare. Nel 2024 aveva vinto 11 Gran Premi, salvo poi perdere il titolo contro Jorge Martín per una serie di errori attribuibili più all’ingenuità e alla gestione dei momenti chiave che a un reale deficit tecnico. Una lezione che sembrava appresa. L’idea era semplice: sbagliare meno, cadere meno, capitalizzare di più. Invece, nel paddock è arrivato Marc Marquez.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Francesco Bagnaia (@pecco63)

Non un Marquez qualunque, ma la versione probabilmente più completa mai vista in MotoGP: la fame dei vent’anni unita all’esperienza dei trenta. Un fuoriclasse capace di vincere come in passato, ma con un margine d’errore drasticamente ridotto. Il problema, per Bagnaia, non è stato solo trovarsi battuto dal compagno di squadra, ma vedere davanti anche Alex Marquez, suo fratello, con una moto privata. Da lì una stagione in progressivo scivolamento: terzi posti accumulati, qualche sprazzo isolato e poi, dalla metà del campionato in avanti, un crollo verticale.

Il simbolo di questo andamento resta il Gran Premio del Giappone, quando Bagnaia riesce a vincere sia la Sprint sia la gara lunga mentre Marc Marquez festeggia il nono titolo mondiale. Un picco isolato, seguito da un finale ancora più amaro. Il punto più basso arriva a Valencia, quando a poche decine di metri dal via Bagnaia viene trascinato nella ghiaia da Johann Zarco, chiudendo nel modo più crudele una stagione già compromessa.

Nel mezzo, un clima sempre più teso nel box Ducati, dichiarazioni definite pericolose dallo stesso ambiente paddock e indiscrezioni su un possibile futuro in Yamaha già dalla stagione successiva. In sintesi, il peggio che possa capitare a un pilota di vertice: risultati incomprensibili, centralità tecnica persa e la sensazione di non essere più una priorità assoluta a Borgo Panigale, mentre Marc Marquez sembra aver già messo una mano sul Mondiale 2026.

Eppure, proprio qui la storia e la statistica vengono in soccorso di Pecco Bagnaia. La sua carriera racconta di un pilota capace di rendere al massimo quando è spinto con le spalle al muro. È il Bagnaia che vince due gare con la Mahindra, quello che conquista il primo titolo MotoGP recuperando 91 punti a Fabio Quartararo, quello che firma una gara perfetta sul bagnato in Thailandia nel 2024, nel momento in cui serviva di più. Ma è anche il pilota che spreca occasioni, al punto che qualcuno ha paragonato il suo Mondiale 2024 al rigore di Roberto Baggio nella finale del 1994 contro il Brasile.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Francesco Bagnaia (@pecco63)

In questo percorso di cadute e riscatti, torna attuale anche una frase diventata simbolo dello sport e della sopravvivenza competitiva. In Rocky Balboa, Sylvester Stallone riassume così il senso della sfida: «Non è importante quanto colpisci forte, ma quanto sai resistere ai colpi e se riesci a continuare ad andare avanti». Una definizione che fotografa alla perfezione il punto in cui si trova oggi Pecco Bagnaia, costretto a dimostrare di saper restare in piedi proprio quando tutto sembra girargli contro.

Il 2026 sarà l’anno in cui Pecco dovrà tornare a lottare non solo per il titolo, ma per il contratto, per la moto e per il ruolo centrale in Ducati. Un costruttore che gli ha dato tantissimo e con cui ha vinto come mai prima, ma che ora chiede risposte chiare. Il ricordo dell’incubo 2025 potrebbe diventare la spinta decisiva, così come lo sono stati gli anni dal 2020 al 2023 per Marc Marquez. I due restano profondamente diversi, e il pronostico continua a pendere dalla parte dello spagnolo. Ma la voglia di rivalsa, per Bagnaia, potrebbe trasformarsi nel motore giusto.

Il campionato ne avrebbe bisogno. Perché la MotoGP resta uno sport fatto di una moto che si appoggia sulle gomme e di un pilota che, più di ogni altra cosa, si appoggia sul proprio umore.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori