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30 Dicembre 2025 - 12:29
La notte dei botti diventa un incubo per la fauna, migliaia di animali muoiono ogni anno
Traumi, disorientamento, fughe caotiche e shock immediati che spesso si trasformano in morte. È il bilancio silenzioso che ogni anno accompagna i botti di Capodanno, soprattutto per la fauna selvatica, ma anche per cani e gatti, travolti da panico, ansia e stress. A rilanciare l’allarme è il WWF, che torna a chiedere ai Comuni di vietare, con apposite ordinanze, petardi e fuochi pirotecnici nella notte di San Silvestro e invita i cittadini a festeggiare l’arrivo del nuovo anno senza provocare traumi agli animali, selvatici e domestici.
I fuochi pirotecnici non causano solo danni immediati. Negli animali selvatici possono provocare alterazioni comportamentali persistenti e danni al sistema riproduttivo, mentre negli animali domestici innescano reazioni di paura intensa, tentativi di fuga e stress che può durare ore. In città, inoltre, i botti rappresentano un rischio anche per la vegetazione urbana: le alte temperature e le scintille possono innescare incendi o provocare bruciature a tronchi e chiome, mentre i residui chimici ricadono sul suolo compromettendo la salute di alberi e aiuole. A questo si somma un inquinamento atmosferico tutt’altro che marginale, legato alla dispersione di metalli pesanti, particolato e perclorati.

Una tradizione che, negli anni, ha provocato anche morti e feriti tra le persone e che, secondo il WWF, andrebbe ormai superata, sostituendola con opzioni a basso rumore o giochi di luci. Alcuni Comuni hanno già adottato ordinanze di divieto, come Roma, ma il livello di rispetto delle regole resta basso. Proprio nella Capitale, durante il Capodanno 2021, particolarmente “esplosivo”, i cittadini si sono svegliati davanti a un tappeto di uccelli morti sull’asfalto, soprattutto passeri e storni, uno scenario che si è ripetuto anche nel 2023.
Dal punto di vista ambientale, l’impatto dei fuochi d’artificio è significativo. Le detonazioni rilasciano sostanze altamente inquinanti che contribuiscono alla contaminazione chimica di suolo, acqua e aria. Metalli pesanti, particolato fine e perclorati sono persistenti e tossici, rappresentano un rischio per la salute umana e animale e possono accumularsi negli ecosistemi, contaminando alimenti e corsi d’acqua, con effetti a lungo termine sulla biodiversità e sull’equilibrio ambientale.
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Gli studi scientifici confermano questi effetti. A Valencia, in Spagna, dove in primavera si svolgono manifestazioni con fuochi pirotecnici, una ricerca ha evidenziato che il rumore può avere conseguenze ecologiche prolungate, influenzando negativamente il ciclo riproduttivo dei passeri. In Austria, uno studio condotto su 20 oche selvatiche durante la notte di Capodanno ha rilevato un marcato stress fisiologico: il battito cardiaco medio è aumentato del 96%, passando da 63 a 124 battiti al minuto, mentre la temperatura corporea è salita da 38 a 39 gradi, con effetti persistiti fino al mattino successivo. Bang e flash di luce possono inoltre interferire con comportamenti cruciali come l’accoppiamento o le migrazioni, lasciando conseguenze che emergono anche mesi o anni dopo.
Anche per gli animali domestici i dati sono allarmanti. Un’indagine dell’azienda Weenect del 2024, condotta su 652 cani e gatti, ha rilevato che il 26% degli animali si nasconde, il 20% tenta di fuggire e tra il 16% e il 24% manifesta stress persistente anche diverse ore dopo i fuochi. Cani e gatti, del resto, possiedono un udito molto più sensibile di quello umano: l’uomo percepisce suoni fino a 20.000 Hz, il cane arriva a 60.000 Hz e il gatto fino a 70.000 Hz. Effetti gravi si registrano anche negli animali d’allevamento, come mucche, cavalli e conigli, dove lo spavento intenso può provocare traumi, stress elevato e, nei casi più estremi, persino aborti.
Le conseguenze possono estendersi anche agli ecosistemi protetti. Nel 2022, a Napoli, fuochi d’artificio non autorizzati esplosi da una villa privata hanno innescato un incendio nella vicina Oasi WWF Cratere degli Astroni, distruggendo 40 ettari di bosco tra l’oasi e il Parco Regionale dei Campi Flegrei. I responsabili sono attualmente sotto processo per disastro ambientale.
A ribadire la posizione del WWF è Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità di WWF Italia, che sottolinea come ogni inizio anno i notiziari raccontino ferimenti e incidenti causati dai botti, mentre le sofferenze degli animali restano spesso invisibili: «Ogni inizio anno i notiziari ci raccontano di ferimenti e incidenti causati dai botti. Le sofferenze degli animali difficilmente verranno raccontate ma sono ormai documentate. Basta vedere come reagiscono i nostri animali domestici, terrorizzati, con il cuore impazzito, mentre cercano rifugio sotto letti o tavoli. Ci vuole poco ad immaginare le conseguenze per la fauna selvatica. Per molti la fuga improvvisa si conclude con la morte. Come WWF chiediamo ai Comuni di emettere con anticipo ordinanze di divieto di botti, petardi e fuochi pirotecnici, vigilando in anticipo per prevenire situazioni di pericolo».
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Secondo le stime, ogni anno in Italia migliaia di animali muoiono a causa dei botti di fine anno. Circa l’80% sono animali selvatici, in particolare uccelli, compresi rapaci che, spaventati, perdono l’orientamento e finiscono contro ostacoli. Molti abbandonano improvvisamente i dormitori invernali e vagano al buio, morendo per il freddo dopo un dispendio energetico improvviso in una stagione segnata da basse temperature e scarsità di cibo.
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