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Meteo, finisce la tregua: irrompe il freddo artico tra piogge, neve e gelo nella notte di Capodanno

L’anticiclone arretra, cambiano venti e temperature: San Silvestro sotto zero e nuovo peggioramento a inizio 2026

Anticiclone in ritirata e aria artica in arrivo sull’Italia

Anticiclone in ritirata e aria artica in arrivo sull’Italia

La lunga fase stabile è agli sgoccioli. Il meteo sull’Italia si prepara a cambiare volto con l’arrivo di una nuova circolazione atmosferica destinata a riportare freddo, piogge e neve, segnando il ritorno di un contesto pienamente invernale dopo settimane dominate dall’anticiclone. A delineare il quadro è l’analisi del meteorologo Alessandro Fazari, di https://www.ilmeteo.it/, che spiega come lo spostamento verso nord dell’alta pressione favorirà l’ingresso di venti freddi di origine artica, innescando un deciso cambio di scenario su gran parte del Paese.

I primi segnali del peggioramento sono attesi già da martedì 30 dicembre, quando le correnti fredde inizieranno a interessare soprattutto i settori adriatici centro-meridionali. Qui sono previste precipitazioni generalmente deboli, ma con la possibilità di nevicate sugli Appennini centrali fino in collina, in particolare nelle ore serali. Il peggioramento potrà poi estendersi alle coste tirreniche del Sud, mentre sul resto dell’Italia il tempo resterà più asciutto, ma con temperature in progressivo calo e la ricomparsa di nebbie al Nord.

La notte di San Silvestro si preannuncia particolarmente fredda. Al Nord non si escludono gelate anche in pianura, accompagnate da nebbie persistenti, mentre tra Sicilia e Calabria potranno verificarsi locali piogge. Il veglione di fine anno sarà dunque caratterizzato da un clima pungente, con valori termici diffusamente sotto la media stagionale.

Con l’avvio del 2026 la situazione tornerà nuovamente a evolversi. Le correnti fredde lasceranno gradualmente spazio a venti di Libeccio, più umidi, che favoriranno un nuovo peggioramento. Le regioni tirreniche saranno le prime a fare i conti con piogge sparse, mentre sui rilievi tornerà la neve, con quota attorno ai 900-1000 metri.

Un focus particolare riguarda il Piemonte, dove l’evoluzione meteo è stata approfondita anche dal meteorologo Andrea Vuolo, che sui social ha descritto nel dettaglio la fase in arrivo. «La fase anticiclonica e molto mite in quota che ha caratterizzato le ultime giornate, è destinata definitivamente a concludersi a partire dal pomeriggio di domani, martedì 30 dicembre, quando il Piemonte sarà raggiunto dagli avamposti di un’irruzione di aria fredda di origine artica che scorrerà, con la sua parte più attiva, lungo i Balcani e il versante adriatico». Secondo Vuolo, l’arrivo di aria più fredda e umida dai quadranti orientali determinerà «dal pomeriggio di martedì, un aumento di nuvolosità medio-bassa a partire dall’Est Piemonte in successiva estensione alle aree occidentali della regione, con nubi in accentuazione soprattutto sui settori pedemontani, prealpini e di bassa montagna dove, tra la tarda serata di martedì e l’alba di mercoledì, si potranno verificare anche deboli piovaschi sparsi o nevischio dai 600-900 metri di quota, specie su valli esposte al versante padano».

Tra mercoledì 31 dicembre e giovedì 1 gennaio, le condizioni resteranno instabili soprattutto a ridosso dei rilievi e sulle pianure orientali del Piemonte, in particolare tra Alessandrino, Astigiano e Vercellese. «Persisteranno condizioni di cielo parzialmente nuvoloso o a tratti nuvoloso – spiega Vuolo – con un marcato calo delle temperature massime che si manterranno comprese tra 2 e 6°C su pianure e colline e condizioni di gelo notturno sul comparto alpino». In montagna, tra i 1.000 e i 2.000 metri, si potranno toccare «valori minimi prossimi o localmente inferiori ai -10°C, specie laddove persiste un abbondante accumulo di neve al suolo».

Lo sguardo si sposta poi ai primi giorni di gennaio e all’Epifania, quando potrebbe tornare a rinvigorirsi il flusso atlantico. «Dal 3-4 gennaio – conclude Vuolo – tornerà probabilmente a rinvigorirsi il flusso atlantico con la rotazione delle correnti in quota dai quadranti occidentali, associate a precipitazioni nevose su alte valli alpine di confine, specie sulla Valle d’Aosta occidentale, e qualche pioggia sulle pianure del Piemonte orientale, in un contesto di temperature intorno alle medie del periodo».

Un Capodanno, dunque, che si consumerà tra freddo intenso e gelo notturno, con un inizio d’anno segnato da nuove perturbazioni e dal ritorno della neve sui rilievi.

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