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Quando Brigitte Bardot scelse i ricci di Cuneo, l’ultimo gesto di un animalismo concreto

La diva firmò la prefazione del fumetto del centro Ninna, sostenendo il recupero dei ricci delle Langhe

Brigitte Bardot

Brigitte Bardot

Quando Brigitte Bardot scelse di sostenere anche i ricci delle Langhe, il suo impegno animalista assunse una dimensione concreta e inaspettata, arrivando fino alla provincia di Cuneo. A Novello, dove ha sede Ninna, il centro di recupero per ricci fondato da Massimo Vacchetta, la notizia della scomparsa della diva, morta a 91 anni, è stata accolta con un sentimento che va oltre il semplice omaggio a un’icona del cinema.

Negli ultimi decenni della sua vita, Brigitte Bardot aveva progressivamente messo da parte i riflettori per dedicarsi quasi esclusivamente alla difesa degli animali. Un impegno portato avanti dalla sua Saint-Tropez, ma capace di superare i confini francesi e raggiungere realtà locali lontane dai grandi circuiti mediatici. Tra queste, proprio il centro piemontese specializzato nel recupero dei ricci selvatici.

Nel gennaio scorso, la diva aveva firmato la prefazione dell’edizione francese di “75 kg di felicità”, il fumetto che racconta la nascita e la storia di Ninna. Il volume, illustrato da Roberta Morucci, era arrivato nelle mani di Brigitte Bardot grazie a una volontaria francese che collabora con il centro. Da quel contatto nacque anche una lettera indirizzata a Massimo Vacchetta, medico veterinario conosciuto come il “dottore dei ricci”, con parole di apprezzamento per il lavoro svolto nelle Langhe a partire dal 2014.

Il centro di Novello, considerato unico nel suo genere in Europa, si occupa ogni anno della cura e del successivo reinserimento in natura di centinaia di ricci, tra i 400 e i 500 esemplari. Un’attività che ha trovato nel fumetto uno strumento efficace per raccontare al grande pubblico una storia fatta di dedizione quotidiana, ricerca e tutela della fauna selvatica.

Il contributo di Brigitte Bardot a quel progetto editoriale resta uno dei segni più significativi del suo legame con l’animalismo concreto, lontano dalle passerelle e vicino a chi, ogni giorno, lavora sul campo per salvare vite fragili e spesso invisibili.

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