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28 Dicembre 2025 - 10:13
Influenza senza tregua durante le feste, contagi in aumento e il picco rimandato a gennaio
Le festività natalizie non hanno portato alcuna pausa sul fronte sanitario. Al contrario, secondo gli esperti, il periodo appena trascorso potrebbe aver contribuito a un rialzo dei contagi legati alla stagione influenzale, già entrata pienamente nel vivo anche in Italia. Per avere un quadro aggiornato e ufficiale, però, sarà necessario attendere ancora qualche giorno: il nuovo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, basato sulla sorveglianza RespiVirNet, verrà pubblicato lunedì 29 dicembre, con qualche giorno di ritardo rispetto alla consueta diffusione del venerdì, slittata a causa delle festività.
Nel frattempo, il contesto epidemiologico appare tutt’altro che rassicurante. A spingere la curva è soprattutto il virus A/H3N2, in particolare il sottoclade K, che sta caratterizzando questa stagione influenzale. Già prima di Natale era atteso un incremento dei casi, ma gli effetti completi di viaggi, riunioni familiari, cene affollate, baci e abbracci emergeranno con maggiore chiarezza solo nelle prossime settimane, soprattutto alla riapertura delle scuole.
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, il dato che verrà certificato dall’Iss sarà inevitabilmente in crescita. «Sicuramente riporterà un dato in salita», ha spiegato, stimando un numero di infezioni respiratorie acute «intorno al milione», con una «prevalenza della quota di influenza». Una fase che resta espansiva, come dimostra l’andamento osservato nelle settimane precedenti, quando a essere maggiormente colpiti erano stati i bambini più piccoli. «La settimana scorsa erano ancora i bimbi nella fascia 0-4 anni a registrare una crescita molto alta dell’incidenza», ha chiarito il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università Statale di Milano.

Il quadro che emerge è quello di un’ondata non ancora arrivata al suo massimo. Gli specialisti concordano sul fatto che il picco epidemico vero e proprio sia atteso a gennaio, quando si sommeranno gli effetti delle festività alla ripresa delle attività scolastiche e lavorative. È in quel momento che il virus potrebbe trovare nuove occasioni di diffusione, ampliando ulteriormente la platea dei contagiati.
Un’impressione confermata anche dall’osservazione diretta sul campo. Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, ha raccontato come, al di là dei numeri ufficiali, la percezione tra operatori sanitari e cittadini sia quella di una settimana particolarmente pesante. «Non sappiamo esattamente quello che è successo nella settimana di Natale, ma sentendo le persone e guardando i ricoveri ospedalieri è stata una settimana davvero tosta», ha spiegato. «C’è stato un aumento importante nel numero dei casi di influenza, e probabilmente ce ne saranno ancora di più nella settimana successiva».
A rendere questa stagione influenzale ancora più complessa è anche la sintomatologia, che secondo Bassetti presenta caratteristiche meno consuete rispetto al passato. «C’è la classica febbre a 38 o 38 e mezzo, ma soprattutto un interessamento della pancia, con nausea, vomito e diarrea», ha sottolineato. «È una forma davvero importante che colpisce anche la pancia». Un elemento che contribuisce a confondere i pazienti e a rendere più difficile distinguere tra influenza vera e altre infezioni di origine diversa.
In parallelo, infatti, non circola solo il virus influenzale. Come ha ricordato ancora Pregliasco, accanto al consueto cocktail di virus respiratori sono presenti anche alcuni enterovirus, responsabili di disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e dissenteria. È quella che comunemente viene definita “influenza intestinale”, anche se, dal punto di vista medico, influenza non è. A complicare ulteriormente il quadro contribuiscono anche le abitudini alimentari tipiche di questi giorni. «Le abbuffate natalizie possono favorire forme diarroiche legate a disbiosi, problemi digestivi o a qualche infezione di origine alimentare», ha spiegato il virologo, invitando a non attribuire automaticamente ogni sintomo all’influenza stagionale.
Il ritardo nella pubblicazione del bollettino Iss, intanto, ha acceso anche una polemica tra gli addetti ai lavori. La mancanza temporanea di dati ufficiali ha creato un vuoto informativo proprio in un momento delicato della stagione epidemica. Roberto Burioni non ha nascosto il proprio disappunto: «Purtroppo i dati ufficiali sull’influenza dell’Iss non stanno uscendo e io non posso scrivere il bollettino», ha osservato. «Capisco che è festa, ma le malattie non conoscono feste», ha aggiunto, sottolineando come chi opera in ambito medico debba mettere in conto anche questo aspetto della professione.
Sulla stessa linea anche Bassetti, che ha rilanciato la riflessione con una provocazione: «Pensate se negli ospedali si facesse la stessa cosa». Un richiamo che mette in evidenza la tensione tra esigenze organizzative e la necessità di garantire continuità informativa, soprattutto quando si parla di salute pubblica.
In attesa dei numeri ufficiali, resta quindi una certezza: l’influenza di quest’anno sta lasciando il segno, con un impatto diffuso sulla popolazione e sui servizi sanitari. Le prossime settimane saranno decisive per capire se la curva rallenterà o se, come temono molti esperti, il vero banco di prova arriverà solo dopo le feste, quando il conto dei contagi potrebbe presentarsi ancora più salato.
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