AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
26 Dicembre 2025 - 16:27
Il tiramisù
A Natale si è fatta fotografare indaffarata a preparare il tiramisù. Grembiule, sorriso, mascarpone e savoiardi. Un’immagine rassicurante, domestica, quasi da influencer della buona politica. Tranquilli: non sono i fornelli l’obiettivo di Elena Piastra. Quella cucina è solo una scenografia. Il vero piatto che la sindaca di Settimo Torinese sta cercando di impiattare, da quando è stata rieletta, è un altro. Ed è rigorosamente politico.
Da mesi, infatti – e a Settimo lo sanno tutti – Elena Piastra non pensa più a Settimo. O meglio: ci pensa il minimo indispensabile. Il resto del tempo lo passa andando in giro per il Piemonte con una domanda che le ronza in testa come una zanzara in piena estate: “Dopo di me, cosa farò?” Ovvero: dove mi candido quando non sarò più sindaca?
Per un po’ l’ipotesi è stata quella grossa. Grossissima. Governatrice del Piemonte per il centrosinistra. A Settimo qualcuno la dava addirittura per cosa fatta. Un passaggio naturale, dicevano. Peccato che, scavando appena sotto la superficie, quella candidatura sembri poggiare su fondamenta piuttosto evanescenti. Perché il punto è semplice e imbarazzante allo stesso tempo: chi la sosterrebbe davvero?
Nel Pd, si sa, nulla nasce dal nulla. E invece Elena Piastra sembra proprio nata politicamente dal nulla. O meglio: non da una corrente. Non è riformista alla Renzi, non è Dem alla Franceschini, non è sinistra Orlando-Cuperlo, non è cattolico-democratica alla Delrio-Castagnetti, non è bersaniana, non è bonacciniana e – sorpresa delle sorprese – non è nemmeno schleiniana. Poteva scegliere, schierarsi, piantare una bandierina. Non l’ha fatto. Mai.
Ufficialmente fa parte della famosa rete di sindaci e amministratori locali. Quella rete che non è una corrente, non ha un leader riconosciuto, non ha un documento politico, non fa congressi e non presenta mozioni. Una rete utilissima per governare i Comuni, certo. Ma del tutto insufficiente quando si tratta di scalare il partito. Insomma, politicamente parlando, una terra di mezzo. O, per dirla in modo meno elegante: il nulla organizzato.
Col tempo, anche i più ottimisti sembrano essersene accorti. La candidatura a presidente della Regione non gliela daranno mai. Troppo scoperta, troppo poco “coperta” politicamente. E anche una corsa da semplice candidata in Regione appare complicata: alle prossime tornate ci saranno già donne e uomini con correnti alle spalle e pacchetti di preferenze pronti. Senza apparati, nel Pd, sei politicamente morta.
E allora ecco il nuovo orizzonte. Roma. Il Parlamento. Un approdo più morbido, meno esposto, più gestibile attraverso accordi dall’alto, liste bloccate e paracaduti di partito. Meno territorio, più segreterie. Meno gazebo, più corridoi. Una candidatura da costruire passando da Ali – Autonomie locali italiane, l’associazione dei Comuni di sinistra, di cui Piastra è vicepresidente nazionale. Un salto non proprio coerente con la narrazione della sindaca “tra la gente”, ma decisamente più realistico.
Insomma, mentre il tiramisù riposa in frigo e le foto social fanno il loro dovere, Elena Piastra sembra già con la valigia pronta. Non si sa bene per dove, non si sa bene con chi. Pazienza. La verità è che la politica, come la cucina, insegna una lezione antica: senza una ricetta chiara e senza ingredienti solidi, anche il dolce meglio presentato rischia di smontarsi al primo assaggio.

A Natale Elena Piastra si è fatta fotografare mentre preparava il tiramisù. Grembiule, sorriso, mascarpone. Tutto molto curato. Tutto molto dolce. Tutto molto… settimese. Una foto che funziona, eccome. Soprattutto perché non dice nulla. E infatti dice tutto.
Il tiramisù è la politica perfetta per chi non vuole scegliere. Non divide, non offende, non lascia retrogusti sgradevoli. Piace a tutti, dai nonni ai nipoti. È l’equivalente gastronomico del “vediamo”, del “ci stiamo lavorando”, del “serve un confronto”, del "non è colpa mia...". Insomma: è rassicurante. E Piastra lo sa fare benissimo.
A Settimo Torinese va più che bene. Anzi, è ideale per le truppe cammellate quelle del "bene, brava, bis, continua così...". La sindaca che cucina comunica prossimità, normalità, una specie di potere domestico e controllato. Una politica che non alza la voce, non sceglie, non disturba. Una politica che, come il tiramisù, si monta senza fare rumore.
Il problema è che, a un certo punto, non si vive di solo dessert. E soprattutto non si fa carriera.
Perché se davvero l’orizzonte non è più Settimo, ma qualcosa di più grande – la Regione, il Parlamento, il famoso “dopo” – allora quella foto comincia a diventare imbarazzante. Non perché sia sbagliata. Ma perché è piccola. Racconta una politica che non osa, che non rischia, che non si sporca.
A Roma, per capirci, non chiedono se sai montare il mascarpone o inzuppare i savoiardi nel caffè. Chiedono se sei capace di stare in una corrente. E lì Piastra sembra fermarsi alla cucina. Non sta con Renzi, non sta con Schlein, non sta con Bonaccini, non sta con nessuno. Sta bene con tutti. Come il tiramisù.
Il problema è che il tiramisù non porta voti, porta complimenti. E i complimenti, in politica, non servono a niente. Servono i nemici. Servono le scelte. Servono le spigolosità. Senza, resti simpatica. Che è il modo più elegante per restare ferma.
Più che una foto una metafora perfetta: bella, rassicurante, condivisibile. Ma incapace di dire dove si vuole andare. Perché chi vuole davvero salire di livello, prima o poi, deve smettere di cucinare per piacere a tutti e iniziare a far venire l'indigestione a qualcuno.
Altrimenti il rischio è evidente: restare per sempre la sindaca del tiramisù. Un titolo tenero, certo. Ma non proprio quello che apre le porte di Roma.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.