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21 Dicembre 2025 - 15:02
Nunzia Contino
Ci sono percorsi che si definiscono attraverso snodi inaspettati, dove le circostanze della vita e la ricerca di nuovi equilibri si intrecciano per dare forma a una nuova vocazione. Quella di Nunzia Contino, classe 1969 e residente a Lauriano, è la storia di una donna che ha saputo raccogliere le sfide del cambiamento, trasformando ogni tappa del suo viaggio in un valore aggiunto per la sua missione attuale.
Il suo cammino iniziò tra le aule dell’Università di Giurisprudenza a Torino, dove Nunzia studiava per realizzare un suo sogno: diventare magistrato. Furono anni di sacrifici in cui lavorò sodo per mantenersi gli studi, mossa dal desiderio di far rispettare la giustizia e tutelare i diritti delle persone. «Adoro la legge e la reputo necessaria per evitare il caos, poiché gli esseri umani spesso non sono in grado di autoregolarsi. – confessa con fermezza – A parer mio, la forma più alta di giustizia non è scritta nei codici, basterebbe il rispetto verso ogni creatura vivente per rendere superflua qualsiasi altra norma».
Tuttavia, scontrandosi con i costi elevati di quel percorso, Nunzia dovette prendere importanti decisioni per il suo futuro. Così, nel 1998, dopo la pratica forense, trovò lavoro come consulente finanziario per la Sanpaolo Invest. Quella che sembrava una strada alternativa si rivelò una bellissima esperienza, in cui crebbe professionalmente e umanamente, diventando capace di trasformare i numeri in relazioni solide e durature.
Questo fino a quando la vita di Nunzia arrivò a uno snodo fondamentale: la maternità. La donna desiderava essere una madre presente senza però rinunciare alla propria identità professionale. Osservando lo spreco legato ai costi elevati di attrezzature usate per l’infanzia per pochissimo tempo, intuì che la risposta era nel mercato del riuso: nel gennaio 2008 aprì così a Chivasso un negozio in franchising di usato per bambini, il “Baby Bazar”. Per un anno intero portò avanti con determinazione entrambi gli impieghi, per poi dedicarsi esclusivamente alla nuova attività, una scommessa che riscosse un grande successo nella comunità e che le permise di conciliare finalmente carriera e famiglia.
Nel marzo del 2016, però, Nunzia si ritrovò a combattere un nemico silenzioso: un tumore al seno. Di fronte a questa sfida, decise di vendere l'attività per dedicarsi interamente alla propria salute e alla famiglia.
Nel 2019, vinta la sua battaglia, sentì il forte desiderio di reinventarsi e di tornare a mettersi in gioco con qualcosa di nuovo. Si imbatté quasi per caso in un opuscolo e scoprì il corso per diventare Tecnico di Laboratorio Educativo (TLE), alla sua prima edizione e organizzato da un ente formatore a Chivasso, vicino a casa. Dopo il colloquio con il coordinatore, Nunzia decise di iscriversi e iniziò un percorso che le avrebbe cambiato la vita. Non sapeva ancora dove quella formazione l’avrebbe condotta, ma lezione dopo lezione sentì di percorrere la strada giusta per lei.
Una volta conclusa la formazione, Nunzia si riaffacciò con entusiasmo sul mondo del lavoro e accadde la svolta: nel 2020 si trovò “al posto giusto nel momento giusto” ottenendo un impiego presso una RSA vicino a casa. Da allora Nunzia trasforma le giornate degli anziani in momenti di vita attiva.


È qui che nacque il suo grido contro l'indifferenza: «Gli anziani non sono lo scarto della società e non sono nemmeno bambini, sono la nostra memoria storica. - spiega Nunzia con forza - Ciascuno di loro porta con sé il peso e la ricchezza di una storia vissuta che merita onore».
Il suo intervento non è mai standardizzato: ogni attività viene cucita su misura dell’anziano, rispettando le fragilità e le esigenze specifiche di ciascuno, affinché nessuno si senta escluso e ognuno possa esprimere al meglio le proprie capacità residue.
Nei suoi laboratori, Nunzia non si limita a "intrattenere", ma restituisce agli anziani centralità, favorendone il benessere psicofisico e aumentandone l’autostima. Attraverso stimolazioni cognitive, giochi linguistici, laboratori manuali e ginnastica dolce, usa la creatività, l’ironia e il gioco come strumenti per combattere l’apatia e per risvegliare aree del cervello che il silenzio della routine rischierebbe di spegnere. L’obiettivo è l’inclusione totale: far sentire l'anziano ancora ammirato dalla comunità, come accade ad esempio durante i mercatini di Natale con i manufatti realizzati a mano dagli ospiti. Inoltre i risultati parlano chiaro: dai sei partecipanti iniziali, oggi i suoi laboratori ne contano oltre una trentina.
Per Nunzia, questo mestiere deve nascere dal cuore per trasmettere vera serenità. In un mondo che corre troppo veloce, lei sceglie di rallentare per accompagnare i "nonni" nel tratto finale del loro cammino, garantendo loro il rispetto che ogni essere umano merita.
«Stiamo accompagnando queste persone nel tratto finale del loro cammino. Il nostro compito è renderlo il più sereno possibile. La dignità non ha età e la nostra storia collettiva continua a respirare attraverso i loro occhi e l'eredità dei loro racconti di vita», conclude Nunzia.
Si potrebbe dire che la passione per la giustizia di Nunzia ha in qualche modo trovato la sua forma più alta: quella di rendere giustizia alla dignità di ogni singola vita, fino all'ultimo istante.
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