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19 Dicembre 2025 - 14:37
Natale da 800 milioni in Piemonte: i cittadini spendono, ma stringono i denti
Il Natale piemontese vale quasi 800 milioni di euro. Una cifra che racconta molto più di una semplice corsa ai regali: racconta la volontà di non rinunciare, almeno a dicembre, a un rito collettivo che resiste alla crisi, all’inflazione e a un clima economico ancora incerto. È la fotografia che emerge dal tradizionale sondaggio natalizio di Confesercenti, secondo cui ogni piemontese spenderà in media 250 euro, in lieve crescita rispetto ai 235 dello scorso anno.
Un segnale che non va letto come euforia, ma come tenuta. Sei consumatori su dieci sceglieranno infatti il negozio fisico, un dato che conferma il ritorno ai negozi di vicinato dopo anni di dominio dell’online. Un ritorno non nostalgico, ma pratico: la certezza dell’acquisto immediato, l’assenza dei rischi di consegna sotto le feste e, non ultimo, il desiderio di toccare con mano in un periodo carico di significati simbolici.
A sostenere la spesa saranno soprattutto le tredicesime, che copriranno circa la metà del budget natalizio complessivo. Senza quel respiro extra, il quadro sarebbe probabilmente diverso. Lo sottolinea il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri, che parla di consumatori prudenti ma determinati a non spegnere il Natale: la crisi pesa, ma non cancella il bisogno di regalare, di condividere, di mantenere una normalità che per molti è diventata faticosa.
Le vendite, raccontano i commercianti, non sono esplose subito. Il weekend dell’8 dicembre è stato sottotono, poi il ritmo è cresciuto gradualmente, complice l’avvicinarsi delle feste e l’arrivo degli stipendi aggiuntivi. A novembre, però, una parte della spesa era già stata bruciata dal Black Friday, che ha anticipato molti acquisti, soprattutto attraverso l’e-commerce, drenando risorse che tradizionalmente si concentravano a dicembre.
Quanto ai regali, il Natale 2025 conferma alcune certezze e segnala qualche cambiamento. I piemontesi faranno in media otto regali a testa, puntando soprattutto su abbigliamento, cosmetica e profumi, seguiti da giochi, accessori moda, libri e gioielli. Tiene la tecnologia, ma senza exploit, mentre resta forte il legame con la tavola: prodotti gastronomici e vini continuano a essere una scelta sicura, simbolo di convivialità e tradizione.
Il dato che più colpisce, però, è quello che scende: i viaggi. Solo una minoranza li indica come regalo natalizio, segno di un cambiamento profondo nelle priorità. Si viaggia meno, si programma con cautela, si rinvia. Meglio un pacchetto sotto l’albero che un biglietto aereo, meglio un dono concreto che una spesa percepita come rischiosa o superflua.
In controluce, il sondaggio restituisce l’immagine di una regione che spende ma non spreca, che sceglie con attenzione e che, quando può, preferisce sostenere il commercio locale. Non è un Natale di abbondanza sfacciata, ma di resistenza quotidiana, in cui i consumi diventano anche un gesto di fiducia: verso i negozi, verso la città, verso l’idea che, almeno per qualche giorno, si possa ancora celebrare senza rinunciare del tutto.

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