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18 Dicembre 2025 - 20:14
Finanza territoriale, il Rapporto Ires 2025 svela divari sempre più profondi (foto di repertorio)
Il Rapporto sulla Finanza Territoriale 2025, curato da Ires Piemonte insieme alla rete degli Istituti di ricerca regionali, è stato presentato oggi a Roma. Il documento, giunto alla sua XXI edizione, analizza l’andamento dei conti pubblici locali nel quinquennio 2025-2029. Lo scenario che emerge è complesso: la stagione degli investimenti legati al Pnrr procede, ma convive con una progressiva riduzione degli spazi di manovra della finanza ordinaria di Comuni e Regioni, condizionati dai nuovi vincoli europei.
Per i Comuni, gli investimenti in conto capitale mostrano una crescita sostenuta, trainata proprio dalle risorse straordinarie del Pnrr. Gli investimenti pro capite sono infatti passati da 220 euro nel 2022 a 366 euro nel 2024. A questa spinta, però, si affianca una compressione costante della spesa corrente reale, elemento essenziale per garantire servizi, manutenzioni e gestione delle nuove opere. Secondo il Rapporto, accantonamenti e tagli sulla parte corrente raggiungono i 430 milioni di euro all’anno, pari a oltre 2 miliardi nel quinquennio. Una dinamica che rischia di creare infrastrutture prive delle risorse necessarie per funzionare.
Il quadro regionale è segnato dalla crescita della spesa sanitaria, passata da 136,7 miliardi nel 2020 a 152,9 miliardi nel 2023. Oggi rappresenta circa il 62% della spesa totale delle Regioni. All’interno di questo scenario persistono forti divari territoriali, amplificati dal fenomeno della mobilità sanitaria, che vale circa 4 miliardi l’anno. Il trasferimento di risorse avviene dalle aree più fragili verso quelle con strutture più attrezzate, accentuando le disparità.
Il Rapporto evidenzia anche l’effetto della dinamica demografica. Nel Mezzogiorno, il calo della popolazione è aggravato dalla combinazione tra saldo naturale negativo ed emigrazione giovanile qualificata. Una tendenza che incide direttamente sulla sostenibilità del welfare territoriale, riducendo la base demografica su cui si regge la spesa sociale e sanitaria.
Nel suo intervento di apertura, il presidente di Ires Piemonte, Alessandro Ciro Sciretti, ha ricordato come il Rapporto rappresenti da oltre vent’anni uno strumento di analisi indispensabile. «Il Rapporto offre una lettura rigorosa e indipendente delle trasformazioni della finanza pubblica territoriale. È uno strumento necessario per politiche consapevoli, che valorizzino la centralità delle autonomie locali», ha affermato.
Il documento consegna dunque un quadro chiaro: la finanza territoriale entra in una fase in cui le risorse straordinarie del Pnrr non bastano a compensare i limiti imposti ai bilanci ordinari. Il rischio, secondo Ires, è quello di un sistema sbilanciato, in cui gli investimenti crescono ma le capacità gestionali si riducono, ampliando ulteriormente le differenze fra aree forti e territori deboli.
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