AGGIORNAMENTI
Cerca
Economia
05 Dicembre 2025 - 13:54
Moody’s promuove il Piemonte, ma tra rating e realtà resta una distanza: i conti migliorano, i lavoratori molto meno
Un gradino in più nella scala della credibilità finanziaria. L’agenzia Moody’s ha alzato il rating della Regione Piemonte da Baa3 a Baa2, secondo gradino dell’area investment grade, con outlook stabile. È un nuovo passo nella ricostruzione della credibilità finanziaria dell’ente, un percorso iniziato anni fa e confermato nel 2024 con il rientro dal territorio “non investment grade”. A settembre, anche Fitch aveva promosso la Regione da BBB a BBB+, inquadrando un miglioramento strutturale della gestione economica. Oggi arriva un ulteriore sigillo sul fronte dei conti pubblici. Ma la distanza fra la fotografia che piace alle agenzie e la vita economica reale di lavoratori, famiglie e giovani piemontesi rimane evidente.
Moody’s motiva l’upgrade con una serie di fattori: bilanci in equilibrio, indebitamento in calo, governance solida, maggiore efficienza amministrativa, economia regionale diversificata. Secondo l’agenzia, il Piemonte continuerà a generare margini operativi positivi, con un avanzo previsto pari al 7,5% delle entrate operative nel 2025 e al 9,3% nel 2026, mentre il debito scenderebbe dal 68% al 52% in due anni. A questo si aggiunge un profilo di liquidità considerato sano: la Regione non ricorre ad anticipazioni di tesoreria da sette anni. Sul fronte sanitario, Moody’s riconosce il mantenimento di standard elevati nei livelli essenziali di assistenza (LEA). E sottolinea l’impatto dei fondi PNRR, 1,75 miliardi destinati a infrastrutture, digitalizzazione e transizione ecologica.
La lettura politica è immediata. «Una Regione stabile è una Regione credibile», osservano il presidente Alberto Cirio e l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, che parlano di “lavoro di risanamento” e “serietà amministrativa” capace di rafforzare l’affidabilità del Piemonte agli occhi degli investitori. In effetti un rating più alto può tradursi in condizioni più favorevoli per il collocamento di titoli e in un minor costo del debito. Ma la traduzione automatica tra solidità dei conti e benessere reale non è mai garantita. E il quadro regionale, fuori dai comunicati finanziari, lo mostra chiaramente.

Il mercato del lavoro piemontese, infatti, racconta un’altra storia. I dati di Ires Piemonte confermano che l’occupazione è tornata ai livelli pre-pandemia, ma la crescita è trainata da occupazioni a medio-bassa qualificazione, mentre i lavoratori ad alta competenza scendono dal 49% al 44%. Le retribuzioni, già schiacciate da vent’anni di stagnazione nazionale, restano ferme: i salari reali non recuperano l’erosione dell’inflazione e, in molti casi, risultano inferiori a quelli dei primi anni Duemila. La lettura è semplice: i conti pubblici migliorano, il potere d’acquisto dei piemontesi molto meno.
Gli under 30 sono il punto più esposto. Gli iscritti in “disoccupazione amministrativa” crescono dell’8%, mentre aumentano anche i laureati disponibili al lavoro. È il segnale di un sistema che non riesce ad assorbire il proprio capitale umano: contratti brevi, salari bassi, prospettive di carriera incerte. Il risultato è una dispersione costante di competenze: Torino perde ogni anno migliaia di giovani formati, attratti da poli più dinamici come Milano, Bologna o capitali europee dove le opportunità sono più ampie e retribuite meglio. È un fenomeno che incide direttamente sul potenziale di crescita della regione, ma che non entra nelle metriche utilizzate dalle agenzie di rating.
Anche dal lato delle imprese il quadro è meno lineare del giudizio di Moody’s. Il Piemonte continua a vivere una transizione industriale incompleta: la filiera automotive, quella che per decenni ha sostenuto il Pil regionale, sta ridisegnando la propria identità in mezzo a incertezze produttive, competizione internazionale e cambiamenti tecnologici. Nel frattempo, i settori nuovi — digitale, aerospazio, ricerca, life sciences — crescono ma non abbastanza da compensare la perdita di posti altamente qualificati. Il tessuto produttivo si espande in ampiezza ma non in profondità: aumentano le occupazioni, non aumenta la qualità del lavoro.
Moody’s non misura queste fratture. Il giudizio valuta la capacità di un ente pubblico di onorare il debito, non la capacità del territorio di offrire mobilità sociale, competenze, salari adeguati, servizi accessibili. È un indicatore importante, ma parziale: fotografa l’involucro finanziario, non il contenuto economico e sociale che lo abita. E proprio questa distanza rischia di allargarsi se non si interviene su giovani, innovazione, produttività, formazione e qualità dell’occupazione.
Il Piemonte promosso dalle agenzie internazionali è una regione amministrativamente affidabile, in grado di produrre avanzi, ridurre debito, mantenere standard sanitari e rispettare i vincoli di bilancio. Ma il Piemonte reale — quello che fa i conti con affitti, stipendi fermi, precarietà e carenze di prospettive professionali — si muove a un’altra velocità. Anche per questo l’upgrade appare significativo ma non risolutivo: rafforza la reputazione istituzionale, non risolve le fragilità strutturali del territorio.
Il nodo dei prossimi anni sarà proprio questo: capire come trasformare un miglioramento dei rating in un miglioramento della vita economica dei cittadini. Perché se la credibilità verso i mercati cresce, quella verso chi vive e lavora in Piemonte richiede ancora risposte più concrete, meno finanziarie e più quotidiane. Una stabilità “da manuale”, insomma, che non basta se non si traduce anche in un mercato del lavoro più equo, dinamico e qualificato.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.