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La Piccola Industria riparte da Torino: Musso alla guida di un sistema che vuole crescere

Eletto presidente dell’Unione Industriali Torino, Manuele Maria Musso rilancia il ruolo delle PMI tra finanza, intelligenza artificiale, comunità e responsabilità imprenditoriale

La Piccola Industria riparte da Torino: Musso alla guida di un sistema che vuole crescere

Sertorio Bianchi e Musso - Elezione nuovo presidente Piccola Industria Torino - 18 dicembre 2025

Torino torna a guardare alla sua anima più autentica, quella fatta di officine, capannoni, rischio quotidiano e responsabilità diretta. E lo fa affidando la guida della Piccola Industria dell’Unione Industriali Torino a Manuele Maria Musso, eletto questa mattina presidente. Un passaggio che non è solo formale, ma politico e culturale, perché al centro rimette una visione chiara: la crescita delle piccole e medie imprese come progetto strutturale, non come slogan.

“La Piccola Industria è fatta di imprenditori che si sporcano le mani, che rischiano in prima persona, che non delegano la responsabilità ma la assumono”, ha detto Musso, tracciando una linea netta tra chi vive l’impresa come mestiere civile e chi la considera solo una casella in un bilancio. Parole che trovano un luogo simbolico preciso: Torino, città che più di altre incarna una storia industriale costruita dal basso, dove tante piccole imprese hanno dato origine, nel Novecento, a grandi realtà produttive, culturali e sociali.

All’assemblea erano presenti anche il presidente nazionale della Piccola Industria Fausto Bianchi e il presidente dell’Unione Industriali Torino Marco Gay, a sottolineare il peso di una nomina che riguarda oltre il 96 per cento delle più di 2.300 imprese associate. Una galassia produttiva che rappresenta la vera ossatura economica del territorio.

La nuova squadra di presidenza riflette questa impostazione concreta e operativa. Cinque i vicepresidenti: Paolo Errico, con delega all’intelligenza artificiale per tutti; Alberto Lazzaro, finanza per la crescita; Simona Radicci, export e negoziazione; Maurizio Traversa, innovazione e startup; Cristina Tumiatti, comunità e coesione. A loro si affiancano due consiglieri delegati: Monica Mastrullo, per i progetti micro e piccola impresa, e Marco Piccolo, sulla sostenibilità pragmatica.

Nel suo intervento, Fausto Bianchi ha allargato lo sguardo al contesto nazionale ed europeo, ricordando come Torino resti uno dei territori a più antica industrializzazione del Paese, con un patrimonio di competenze che può ancora fare la differenza. “Piccolo è bello – ha sottolineato – a condizione che si abbia la passione, la forza e l’ambizione per crescere”. Una crescita che oggi passa inevitabilmente dall’innovazione tecnologica e, in particolare, dall’intelligenza artificiale. Un dato su tutti pesa come un macigno: in Italia l’IA è utilizzata solo dal 16,4 per cento delle imprese, percentuale che scende al 14,2 per cento tra le piccole. Numeri lontani dalla media europea e dai principali competitor. “Dobbiamo lavorare molto su questo fronte”, ha detto Bianchi, indicando la necessità di politiche industriali di medio periodo, strumenti su misura per le PMI e azioni concrete su competenze, investimenti e accesso al credito.

Il profilo di Manuele Maria Musso racconta una storia coerente con questa visione. Cinquantadue anni, nato a Castellamonte nel 1973, laureato in Economia e Commercio a Torino, entra presto nell’azienda di famiglia, la Space 2000, di cui dal 2005 è amministratore delegato insieme al fratello Cristiano. Dal 2009 è Alumnus dell’Harvard Business School. Vicepresidente dell’Unione Industriali Torino dal 2020, è anche presidente del gruppo Moda Tessili ed Accessori. Un percorso che intreccia territorio, formazione e apertura internazionale.

Nel documento programmatico dal titolo emblematico Fare grande la Piccola, Musso parte proprio dalla storia industriale torinese per rilanciare una sfida attuale. “La Piccola Industria è il cuore del nostro sistema produttivo ed è anche il luogo in cui si formano le competenze, il coraggio e la responsabilità imprenditoriale”, ha spiegato. Oggi, come ieri, può diventare grande, ma solo se messa nelle condizioni di crescere davvero.

Cinque i pilastri strategici individuati. La finanza, intesa come prima vera politica industriale: più cultura finanziaria, maggiore accesso al credito, utilizzo di strumenti alternativi e rafforzamento della capitalizzazione, con la Fiera dei Fondi pensata come appuntamento strutturale di incontro tra PMI e capitale. L’innovazione, con l’intelligenza artificiale elevata a nuova alfabetizzazione industriale: non una tecnologia per pochi, ma uno strumento diffuso, capace di incidere su produttività ed efficienza, anche grazie a strumenti operativi come la Mappa della Crescita e il Mappabot. L’internazionalizzazione, vista non solo come export, ma come capacità di negoziazione culturale e strategica in mercati complessi. La leadership, perché la crescita delle imprese passa inevitabilmente dalla crescita degli imprenditori, dal metodo, dalla disciplina e dalla responsabilità personale. Infine la comunità, valore distintivo della Piccola Industria torinese, fondata su comunicazione, confronto e aggregazione.

Sertorio e Bianchi - Elezione nuovo presidente Piccola Industria Torino - 18 dicembre 2025

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“Siamo convinti che portando avanti gli interessi di ognuno facciamo gli interessi di tutti”, ha rimarcato Musso, chiudendo con un messaggio identitario forte: “La competitività della piccola industria non dipende solo da ciò che ogni impresa fa al proprio interno, ma dalla qualità delle relazioni che sa costruire intorno a sé. Questo è stato possibile allora ed è possibile adesso”.

A passare idealmente il testimone è stato il presidente uscente Filippo Sertorio, che ha rivendicato il lavoro svolto negli ultimi quattro anni: pianificazione con le imprese, apertura alla finanza, investimento sulle competenze, dialogo con le scuole, costruzione di strumenti condivisi come la Mappa della Crescita. “Non aspettiamo il vento favorevole, ma mettiamo a punto la barca”, ha detto, rivendicando l’orgoglio di una comunità imprenditoriale pronta ad affrontare qualsiasi mare.

Insomma, Torino riparte dalla sua Piccola Industria, dalla concretezza di chi non delega e non aspetta, ma costruisce. E lo fa con una leadership che rivendica una cosa semplice e potente: crescere non è un lusso, è una responsabilità collettiva.

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