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18 Dicembre 2025 - 14:52
Scade domani il bando del Comune di Ivrea per i commercianti (non tutti!) schiacciati dal cantiere ferroviario...
Scade domani, senza appello. Alle 12 in punto si chiude il bando del Comune di Ivrea che mette sul piatto 70mila euro per i commercianti messi in ginocchio dal cantiere Rfi per l’elettrificazione della ferrovia. Un termine secco, definitivo, dopo mesi di disagi quotidiani tra transenne, strade chiuse, accessi ridotti e parcheggi cancellati nella zona di Piazza Perrone e via Riva, epicentro di un cantiere che ha cambiato – e complicato – la vita economica di quell’area.
Il bando nasce per dare un ristoro concreto alle micro, piccole e medie imprese che hanno visto calare il fatturato mentre il cantiere avanzava. Non si parla di contributi simbolici: le somme riconosciute vanno da 2mila a 4mila euro, in base alla perdita registrata nel periodo compreso tra il 1° luglio 2024 e il 30 giugno 2025, confrontato con i dodici mesi precedenti. Un tentativo, almeno sulla carta, di compensare mesi di lavoro in salita, incassi ridotti e clienti scoraggiati da cantieri e deviazioni.
Il perimetro è chiaro e preciso: rientrano le attività con sede legale o unità locale entro 100 metri dal cantiere Rfi, prendendo come punto di riferimento l’angolo tra via Riva e piazza Perrone, distanza verificata con Google Maps. Una fotografia netta di una zona che ha pagato più di altre il prezzo dei lavori per l’elettrificazione della linea Torino–Aosta, tra chiusure al traffico veicolare e pedonale e una drastica riduzione dei parcheggi pubblici.
La procedura è interamente digitale e passa dalla Pec, unico canale ammesso: la domanda va inviata a sportellounico@pec.comune.ivrea.to.it entro le ore 12 del 18 dicembre 2025. Nessuna proroga, nessuna seconda possibilità. Alla richiesta vanno allegati il modulo predisposto dal Comune, la certificazione del commercialista sul calo di fatturato e un documento di identità. Tutto qui, nero su bianco.
I ristori vengono assegnati seguendo una graduatoria costruita sulla percentuale di perdita di fatturato, partendo da chi ha subito il colpo più pesante e proseguendo fino all’esaurimento dei 70mila euro disponibili. In caso di percentuali identiche, conta l’orario di invio della domanda. All’ultima attività in posizione utile viene attribuita l’eventuale somma residua. Quando il fondo si esaurisce, la partita si chiude.
Domani, dunque, non è un giorno qualunque. È l’ultima linea del calendario per chi, in questi mesi, ha fatto i conti con un cantiere davanti alla vetrina e incassi sempre più magri. Dopo le transenne e le promesse, resta solo il tempo di una Pec. Poi, alle 12, cala il sipario. Insomma, o adesso o mai più.
Per tutti i dettagli consulta il bando
Modulo di procura alla presentazione
Le domande di ristoro, sulla base della modulistica predisposta dall’ufficio competente, dovranno essere inviate esclusivamente tramite PEC all’indirizzo sportellounico@pec.comune.ivrea.to.it entro e non oltre le ore 12.00 del 18/12/2025.
Cento metri. Non uno di più. È questa la misura esatta del danno commerciale secondo il Comune di Ivrea. Una soglia magica, una linea invisibile ma invalicabile che decide chi ha diritto a un ristoro e chi, invece, può tranquillamente affondare. A stabilirlo non è il buonsenso, non è l’andamento degli incassi, non è la desertificazione commerciale di un’intera area urbana, ma un righello digitale puntato su Google Maps.
Se sei a 99 metri dal cantiere Rfi sei una vittima del progresso. Se sei a 110, improvvisamente no. A 150 metri, addirittura, secondo Palazzo, vivi in una sorta di zona franca del commercio: clienti felici, parcheggi abbondanti, rumori inesistenti, polvere evaporata. Il cantiere? Un lontano ricordo. Una suggestione.
È una barzelletta amministrativa, se non fosse che nel mezzo ci sono attività vere, persone vere, famiglie vere. E soprattutto fatturati che crollano senza chiedere il permesso al raggio di 100 metri fissato dal Comune. Perché il cliente che evita il caos non fa calcoli trigonometrici: scappa. E quando scappa, non si ferma a cento metri netti. Cambia quartiere, cambia abitudini, cambia città.

E qui entra in scena l’assessora al Commercio Gabriella Colosso, custode silenziosa di questo capolavoro di geometria istituzionale. È davvero questa la visione del commercio cittadino? Un sistema di cerchi concentrici in cui il disagio si spegne come per magia appena superata una linea immaginaria? Davvero qualcuno pensa di poter spiegare a un negoziante che “tecnicamente” non rientra, mentre la sua cassa resta vuota?
La realtà è che questo bando non misura il danno: lo restringe, lo comprime, lo addomestica. Serve a dire che si è fatto qualcosa, non a fare davvero qualcosa. È un ristoro con il contagocce, distribuito solo a chi rientra perfettamente nel perimetro deciso a tavolino, mentre tutto il resto viene sacrificato sull’altare della burocrazia.
Il paradosso è evidente: il cantiere Rfi ha stravolto un’intera area urbana, ma per l’assessora Colosso il problema riguarda solo una manciata di metri. Come se il commercio funzionasse per prossimità geometrica e non per flussi, accessibilità, percezione. Come se bastasse spostarsi di qualche passo per tornare improvvisamente competitivi.
Questa non è pianificazione economica. È negazione del problema. È dire ai commercianti: “Se siete appena fuori dal cerchio, non esistete”. Un modo elegante per ridurre la platea dei ristori e, allo stesso tempo, lavarsi la coscienza politica con una delibera ben confezionata.
Cento metri, dunque. Cento metri di ipocrisia istituzionale, dietro i quali l’assessora al Commercio si nasconde mentre Ivrea perde pezzi di tessuto economico.
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