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17 Dicembre 2025 - 11:52
Pochi vigili, tante multe. Benvenuti a Settimo Torinese
I vigili erano 49. Poi sono diventati 45. Dovevano essere 50. Lo saranno. Entro la fine del mandato. Cioè tra quattro anni. Non oggi, non domani. Tra quattro anni. Una distanza temporale rassicurante, comoda, elastica. Il tempo giusto per promettere senza dover dimostrare che è poi una costante tutta "settimese".
A dirlo è Angelo Barbati, comandante e assessore, uomo dei numeri e delle prospettive. I numeri, con lui, non stanno mai fermi: avanzano lentamente, arretrano quando serve, si proiettano sempre un po’ più in là. I vigili calano, ma l’obiettivo resta. Cinquanta. Prima o poi. Preferibilmente poi.
Quarantanove, quarantacinque, cinquanta. I vigili oscillano come una variabile indipendente. Il terzo turno, invece, è una costante: non c’è. Arriverà quando i vigili saranno 50. E i vigili saranno 50 alla fine del mandato. È un sistema perfetto. Circolare. Impossibile da smentire, perché basta aspettare.

Elena Piastra, sindaca, può così amministrare il presente con grande serenità. Il problema non è mai qui. È sempre un po’ più avanti. Nel tempo. Nel mandato. Nel futuro. Oggi si governa l’attesa, domani si governerà l’organico.
Nel frattempo, però, il presente continua a esistere. Ed è fatto di 45 vigili, di due non operativi, di turni ridotti, di presidi spiegati più che garantiti. Di sicurezza raccontata con prudenza lessicale. Tutto molto razionale. Tutto molto comprensibile.
C’è però un elemento che sfugge a questa filosofia del rinvio. Un elemento che non aspetta la fine del mandato, non teme i concorsi, non ha bisogno di incentivi. Un elemento che vive nell’oggi, nell’adesso, nel quotidiano. È la multa.
La multa non conosce flessioni. Non conosce carenze di organico. Non sa cosa sia il terzo turno. Non ha mai sentito parlare di mobilità verso Torino. La multa arriva. Sempre. Puntuale. Come se avesse un organico autonomo. Forse ce l’ha.
Quarantacinque vigili oggi, cinquanta domani. Ma le sanzioni non vivono di “domani”. Vivono di “adesso”. Non frequentano le commissioni. Non leggono i bilanci. Non aspettano la fine del mandato. Se l’auto è fuori posto, il mandato è già finito.
Si dice che Settimo sia un avamposto. Che qui i vigili fanno tutto. Ed è vero. Fanno traffico, regolamenti, controlli, campagne informative, educazione civica. E soprattutto fanno multe. Quelle sì, senza mai una battuta d’arresto. E' il bilancio che lo chiede.
È curioso come la scarsità funzioni a intermittenza. Manca personale per ampliare i turni. Manca personale per rafforzare la presenza sul territorio. Manca personale per il terzo turno. Ma non manca mai quello necessario per notare un’auto oltre la riga di pochi centimetri...
Angelo Barbati rassicura: si fa tutto il possibile per incentivare. Elena Piastra guarda al mandato. Quattro anni. Cinque vigili. Una media che invita alla calma. Nessuno, però, fornisce il dato più interessante: quante multe per vigile. Sarebbe un numero istruttivo. Probabilmente l’unico in crescita costante.
Perché mentre l’organico aumenta con passo amministrativo, lento e riflessivo, le sanzioni viaggiano con passo atletico. Non hanno bisogno di programmazione. Non conoscono proroghe. Non temono scadenze elettorali.
Alla fine, la matematica di Settimo Torinese è elegante nella sua semplicità. Servono quattro anni per assumere cinque vigili. Bastano pochi minuti per compilare un verbale. Il futuro è una promessa. Il parabrezza è una certezza.
E così, mentre l’organico cresce piano, pianissimo, la città può dormire sonni relativamente tranquilli almeno su una cosa: qualunque sia il numero dei vigili, la multa arriverà sempre puntuale. Oggi, domani e anche alla fine del mandato.
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